Pagina:Vittorelli - Poesie, 1911 - BEIC 1970152.djvu/232

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12

D’ un membro tale disadorno e privo,
di’, che faria l’abitator del Gange (0,
che per natura d’alimenti schivo
né deliba liquor, né pane frange?

Ma l’odorata gomma il serba vivo,
che dagli alberi suoi distilla e piange;
quinci affamato per le nari succia
il molle odor de la fragrante buccia.

13

Qualora infermo, dimagrato, esangue,
col viso tinto di pallor funebre,
sovra le piume intorpidisce e langue
il corpo mio per inimica febbre,
se odoro un fior, mi si risveglia il sangue,
schiudo repente l’ ilari palpebre;
e sol per via di si cortese membro
in un momento risanato io sembro.

14

Dimmi, qual pregio aria la destatrice,
senza del naso, polvere vitale,
che lo starnuto necessario elice
e il campesano suol rende immortale?

0 su gli altri terren villa felice (*)
ove riposa di Merlino il frale!

corra ognuno a baciar l’orrevol creta,
che accoglie il maccheronico poeta.

15

Certo i pensieri inusitati e begli,
le rudi grazie, lo scherzevol brio,
e la soave ineleganza ond’egli

1 camperecci esametri vestio,
solo il tabacco avventuroso diegli,
non il favor de la parnassia Clio;
e agli odorati pizzichi massicci
sgorgavate pronti i lepidi capricci.

(i) Vedi Plinio e Ghkrardelli. (2) Canipese, villa linomata pel suo tabacco
celebre per la tomba di Merlino Coccai.