Pagina:Vittorelli - Poesie, 1911 - BEIC 1970152.djvu/281

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24

Vietano bruscamente gl’ ippocratici
di cercare le droghe e di nutrirsene.
Abbianle i cuochi valorosi e pratici
e godan essi usarle e sbizzarrirsene.

Via di qua gl’insolenti oli aromatici,
che fan piú d’uno a maravalle (1) girsene.
Ungano i maccheroni il nostro esofago,
nemici de la febbre e del sarcofago.

25

Con un tal cibo che rallegra gli animi,
qual cibo v’è che possa mai competere?
Dunque tra i piú famosi e piú magnanimi
eroi s’innalzi Pulcinella a l’etere. —
Tacque, ciò detto, e i commensali unanimi
fecero plauso, anzi godean ripetere:

— Muoian le droghe che di vita privano,
e i maccheroni eternamente vivano!

(1) «Maravalle», storpiato contadinescamente da «dies magna et amara valde».
Vedi la Tancia del Buonarroti, atto primo, scena prima, colle annotazioni del Salvini.