Pagina:Vittorelli - Poesie, 1911 - BEIC 1970152.djvu/378

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INDICE DEI CAPO VERSI

li cagnoíin vezzoso

Il mio perduto amico in te ravviva . .

Il negar destro ingegno e accorta mente Il tuo carme, il tuo sembiante .... Ingegno e probitá sono i suoi merli . .

In quel cespo di rose odo un vagito . .

In quella nuvoletta rugiadosa .... In ricca veste d’oro e a passo tardo . .

In solitaria stanza

Io chiamo libertá con alto grido . . .

Io con farmaci avvezzo e con ordigni Io non chieggo colonne od archi o marmi

Io non invidio i fiori

Io non so come dentro a la caverna .

Io per costume antico

Io sono un’innocente

Io su l’aitar de la volubil moda . . .

Io t’amo, e il giuro per que’ tuoi si begli Io vidi Amor che sorridendo unio . . .

I primi fior son questi

Irene, è giá finita

Irene, siedi a l’ombra

Irene, vo’ donarti

Lá dove il piè declina

Lascia che questo labbro

La terza notte è questa

La vidi (oh che portento

Leggiadre villanelle

Le rose che mi diede

Le tre suore si appressano. Giuliva . .

Le vestali peccaro e il gran delitto . .

Lorenzo, il tempo avaro

Loschi, perdonami

Lucide collinette, ombre selvagge . . .

Lucido vaso io mando

Madre, che fia di me? L’aria si oscura .

Madre mia, deh fate Voi

Madre, ne la vicina ora di morte . . .

Marco, che di tua luce Adria rischiari . Me giovinetto su l’undecim’anno . . .

Mentre il superbo che da l’ Alpi venne . Mentre i’ volgea su le notturne piume .

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