Pagina:Vittorio Adami, Varenna e Monte di Varenna (1927).djvu/115

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secolo xvi 107

ben fornito talmente che fu forza che restassero de fora, unde fu scaramuzato tutto quel giorno. Et essendo venuti li advisi di questo a Milano unde era mi o di 25 me partii a hore 24 et zonsi qui a Lecho avanti zorno, et subito armate le mie barche, deti adviso de la venuta mia et de la mia provision al governador di Como, et lui contento de questo me scrisse se trovassimo la matina che fu heri 27, lui da una banda e mi dall’altra per turli de mezzo. — La qual cosa fu fata et li nimici vedendo questo abandonarono le sue barche et pigliorno la montagna. Unde tra le gente del prefato governador de Como et le mie et de’ villani del paese, fessemo de modo che non scampi alguni che non fosse morto o vero presone et fu heri da 13 in 14 hore. Unde turno pigliati vivi el prefato Manfredo et li soprascritti et parechi altri li quali furone condotti a Como1».

Intanto ai Francesi si erano aggiunti gli Spagnuoli provocando cosi nuove discordie e nuove lotte. Gli Spagnuoli erano in Como, mentre Lecco ed altri paesi del Lago erano ancora tenuti dai Francesi. Il lago era corso da una flotta avversa alle armi spagnuole. Governatore di Lecco era quel capitano Corsini autore della lettera ora pubblicata.

Gli Spagnuoli avevano deciso di compiere una spedizione contro Lecco e ne avevano affidato il comando al marchese di Pescara.

Nel porto di Como erano già allestite le navi e già stava per muovere la spedizione, quando giunse la notizia che il Corsini aveva rinunciato a qualsiasi velleità di resistenza e cedeva la piazza. Venne incaricato il conte Alessandro Balbiano figlio di Annibale Conte di Chiavenna, di recarsi a Lecco, Menaggio ed altre località per ricevere il giuramento di fedeltà.

Da una lettera scritta dal podestà di Lecco Ambrosio Cassano il 10 aprile 1524 ai rettori di Venezia, si rileva come i Grigioni fossero scesi sino a Varenna: «Di novo, di la parte di sopra havemo che Grisoni per una parte sono venuti a Varenna sotto Bellano per miglia tre drio al lago, dove gli è sta facile a venire. Se vorian passar più giù per quella via si mettono a grandissimo pericolo per la vostra armata qual gli saria alle coste, essendo ivi la strada sempre contigua al lago»2.

In quel triste periodo nel quale Svizzeri, Francesi e Spagnuoli si avvicendavano nel dominare le terre di Lombardia, a maggior disgrazia di quelle popolazioni, divenne potente un nobile milanese Gian Giacomo de Medici, che impadronitosi della rocca di Musso sparse di là il terrore in tutto il lago di Como.

Nel 1531 avvendo i Grigioni e gli Svizzeri posto l’assedio alla rocca di Musso Gian Giacomo Medici che era chiamato il Medeghino li sconfisse, e quindi corse a Bellagio, a Varenna e a Bellano e pose a sacco quelle terre.

  1. Marin Sanuto, Diario, vol. 30 pag. 460. Secondo il Sanuto (Vol. 31 pag. 23 il Matto sarebbe stato squartato vivo il 6 luglio a Como.
  2. Marin Sanuto, Diario, vol. 36, pag. 195.