Pagina:Vittorio Adami, Varenna e Monte di Varenna (1927).djvu/157

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secolo xvi 149


Nel caso che i suoi eredi non facciano detta elemosina, lascia ai poveri di Varenna una pezza di terra olivata e prativa sita nel territorio di Varenna, nel luogo detto ad Cescarum, confinante da una parte col lago, dall’altra con la strada pubblica, dalla terza con Don Giuseppe del Forno e dalla quarta col notaio rogante.

Dispone inoltre che i suoi eredi facciano una volta soltanto celebrare nella chiesa di San Giorgio di Varenna un trigesimo in suffragio dell’anima sua.

Lascia cinque scudi d’oro alla scuola di Santa Marta di Varenna, da consegnarsi cinque anni dopo la sua morte.

Lascia a D. Giovanni e a D. Bartolomeo Tenca nonchè a Giacomo Camino dei Salici 400 lire imperiali in tutto, da consegnarsi da parte degli eredi, a quella persona, cui fu loro concesso dal testatore.

Alla chiesa di S. Giorgio di Varenna uno staro d’olio d’oliva per illuminare il SS. Sacramento una volta tanto.

A suo figlio Cesare una pezza di terra vitata, brugata e olivata, sita nel territorio di Varenna, nel luogo detto «ad Bellotum» confinante da una parte con la strada pubblica, dalla seconda con D. Giovanni Battista Sala, dalla terza con Giov. Angelo de Venenis e dalla quarta con Matteo de Brentis e in parte con Gaspare Cella, a completa soddisfazione della dote di Caledonia de Scottis moglie di detto Cesare da lui testatore ricevuta per parte di d. Giorgio e d. Tommaso de Scottis, con l’obbligo da parte di Cesare, suo figlio, di pagare a Caterina de Tenchis, altra figlia legittima del testatore la somma di lire 850 imperiali, quale sua dote quando andrà sposa, insieme con una sottana di panno fino con velluto, un’altra veste di panno nostrano, un bacile e gli altri mobili soliti. Cesare, inoltre, quando detta Caterina sposerà, dovrà dare un banchetto, secondo la sua condizione, salvo a dare a Caterina o a sua madre Margherita lire 54 imperiali all’anno quale interesse sulle dette 850 lire fino a quando non sia passata a matrimonio, e lire cento per la scherpa (corredo nuziale). Similmente detto Cesare dovrà pagare a Caterina e ad Andrea, altro figlio del testatore 50 scudi d’oro una volta tanto, per gli alimenti, a Ludovica de Tenchis figlia sua e nipote del testatore, quando si mariterà 200 Lire. Ciò tutto sull’importo della predetta pezza di terra valutata 2450 lire imperiali, cioè lire 1000 per la dote di d. Calidonia, lire 850 per quella di d. Caterina e lire cento per la scherpa alla stessa d. Caterina, lire 100 per gli alimenti ai minori Andrea e Caterina e le restanti lire 200 per il legato costituito a favore di Ludovica figlia di Cesare.

Lascia a d. Calidonia de Scottis, moglie di Cesare suo figlio quella collana d’oro, quelle perle, quegli anelli d’oro e gli altri gioielli che essa ha.

A Margherita de Scottis sua moglie un appezzamento di terra sito in Lierna nel luogo detto ad Bollam, con facoltà di alienarlo, e il campo