Pagina:Vittorio Adami, Varenna e Monte di Varenna (1927).djvu/191

Da Wikisource.

secolo xvii 183


Pianete 4, due di velluto cremosino.

Calici.

Amiti di velluto cremosino 2.

Manipoli 2.

Purificatori 6.

4 candelabri 2 di ottone e 2 di ferro.

Nell’archivio arcivescovile (Pievi lacuali, Vol. X) esiste un curioso verbale di un processo circa il giuspatronato della chiesa di San Giovanni Battista, che pare fosse di pertinenza degli Scotti, già dalla metà del secolo XV e che poi era stato diviso coi Serponti. Pare che messer Bernardo Serponti, verso la fine del XVI secolo, avesse trafugato dei documenti agli Scotti e usurpato il patronato. Gli Scotti si appellarono al Cardinale Federico Borromeo arcivescovo di Milano, il quale mandò sul luogo nell’autunno del 1602, monsignor Cipolla, per raccogliere testimonianze le quali furono concordi nel sostenere il buon diritto degli Scotti. Grave è la deposizione di un Giuseppe Forno, il quale attesta che quando morì Giovanni Maria Scotti che era investito di questo patronato, il padre del sacerdote Giovanni Serponti coi suoi seguaci, entrarono a forza nella chiesa di San Giovanni, e ne scacciarono gli Scotti, ferendone alcuni e rimanendo così soli in possesso del patronato di San Giovanni. Malgrado l’intervento arcivescovile gli Scotti non riuscirono più ad entrare in possesso dei loro diritti ed il giuspatronato rimase in possesso per sempre alla famiglia Serponti.

Però rimane a ricordo dell’antichissimo giuspatronato Scotti, un’iscrizione, posta sul muro settentrionale della piccola sacristia del piccolo oratorio di San Giovanni Battista e che riprodurremo a suo tempo1.


LA PESCA

La pesca nel lago di Como non era regolata da leggi e regolamenti molto chiari, tanto che nel 1606 il fisco dovette fare delle pubbliche e curiose cerimonie in tutte le acque del lago per dimostrare il suo diritto a percepire il dazio sulla pesca.

Alcuni funzionari saliti su di un battello si recarono davanti a tutte le località dove risiedevono pescatori, ripetendo la cerimonia, che è così descritta nella relazione dei funzionari stessi: «si fece l’atto di possesso

  1. Vedi Giulio Scotti, L’antica famiglia varennate degli Scotti, in periodico della Società Storica Comense Fasc. 86-87.