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192 | vittorio adami |
macello a lire 9. Per il battello che va a Como è prescitto che mandando a prendere grano a Como si abbia a pagare soldi quattro per moggio, ed è stato deliberato a Battista Brenta per lire 15 imperiali. Il battello di Lecco è stato deliberato a Carlo Venini di Fiume Latte per lire 2 imperiali.
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Nel XVII secolo i mulini erano tassati. I mulini in azione erano parecchi ed in numero superiore a quello attuale.
Da un elenco dei tassati togliamo: anno 1687; Giorgio e Battista Venino pagano la somma di lire 210 per dieci annate arretrate per due mulini in Varenna — anno 1687: Giulio Cesare Corio e Francesco Venini pagano lire 70 imperiali per dieci annate arretrate per un molino in Varenna — Anno 1690: Carlo Greppo detto Biolino e Tomaso Venino posseggono un molino alla fontana Uga presso la Capuana pel quale hanno pagato la somma di lire 160 per otto annate arretrate. Francesco e fratelli Venini del fu Battista hanno due mulini uno sul fiume Uga e l’altro a Fiume Latte pei quali pagano lire 30 all’anno.
I forestieri riguardo alle tasse erano sottoposti ad uno speciale trattamento; dovevavo cioè pagare un terzo in più di quanto pagavano gli altri. Dopo alcuni anni di soggiorno avevano poi il diritto, previo il pagamento di una certa somma, e l’approvazione degli abitanti riuniti in apposito convocato, di essere eguagliati agli indigeni nei diritti e nei doveri.
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Per evitare frodi contro le leggi daziarie il capitano del lago di Como aveva a sua disposizione delle navi veloci dette corrobiesse che stazionavano a Bellagio e che percorrevano di giorno e di notte le acque del lago. La vigilanza era sopratutto esercitata sui trasporti di grano. In alcuni documenti il capitano del lago di Como è anche chiamato capitano del sfroso del lago di Como.
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In una comparizione del 20 aprile 1621 prodotta dinanzi al magistratto delle entrate ordinarie il Duca Ercole Sfondrato, sostiene di non essere tenuto al pagamento di una tassa richiesta perchè i beni e i feudi da esso posseduti gli pervennero a titolo oneroso e ciò è provato dalla vendita fatta dai conti Dal Verme all’avo paterno del comparente conte Francesco Sfondrati. Nella comparizione il duca Sfondrati facendo l’enumerazione di ciò che possiede dice «... Item le propprietà delle roche