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Pagina:Vittorio Adami, Varenna e Monte di Varenna (1927).djvu/225

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secolo xvii 217

perchè in tutti i tempi è stata seconda madre di singolarissimi soggetti. Dicalo Milano e la Corte (e per tacere il signor Giorgio Serponti e il signor Giorgio Forni e altri signori impiegati in principalissime cariche) che vanta d’haver il medico Serponti Dottor collegiato qual pria eletto per le cure delli cardinali Infante e Alboruzzi e successivamente degli altri governatori, ha si ben congiunta l’esperienza con la dottrina che dirci quasi oprasse effetti miracolosi di risuscitar i morti. Si fa ancor nominare Varena per il posto in cui si trova mentre godendo del beneficio del sole, dal primo oriente fino all’ultimo occaso, mai colà si vede invecchiata la primavera, onde quando rigido e rigoroso il verno semina tutto il circonvicino paese d’agghiacciate nevi, ne’ i giardini del signor Marc’Antonio Serponte (signore in cui si uniscono così bene la cortesia e la virtù, che si può dire il cuore delle muse, il geroglifico della gentilezza e l’animo delle conversatini più nobili) come in quella del signor Giov. Battista Tenca ove più volte io sono stato regalato (conditione comune a tutti i signori Varenati e molto proprio e connaturale a questo signore) sempre ridono le rose e gli aranci, i cedri, i limoni da loro fioriti e rari effondono più che prodighi, odorosi tesori. In cima della terra verso quella parte ove è bagnata la riva de quel ramo di lago che piega a Mandello biancheggiano le belle nuove stanze del signor Giorgio Serponti...»1.


Descrizione del Bonanome

... sopra d’alcuni scogli segue Varena che rivolta in contro al sole tutto che da quello sia alquanto nel Sirio tempo oltraggiata resta in modo aricchito d’una temperie singolare che alternando l’autunno senza punto mescolarsi con l’orrido tempo in una fiorita primavera gode perpetua una dolce stagione. Sonovi posti che in cui di continuo biancheggiando fiori e verdeggiando herba e multiplicando frutti d’ogni bellezza non la cedono i più vaghi giardini di Saffo e Guido. Alle cui gratie corrispondendo agli habitatori trovasi anche in loro un non che del civile e del cortese d’avvantaggio sopra gli altri. Sono essi ufficiosi ed amorevoli quanto mai altri e dilettandosi alquanto dell’apparenza amano la politezza ed il nobile trattare. Quindi avviene che gli più s’esercitano nelle arti più riguardevoli nelle quali fannovi ogni commendabile riuscita particolarmente ne la medicina e nei fori.

Chiesa in cui usasi anco il Comacino rito, torri duplicate, famiglie antiche, case signorili e sopra il tutto ricchezze competenti, mediante le quali sono sempre vissuti con grata civiltà, fannola anco honorata conservatrice delle reliquie della loro superba isola. Ha coronata la testa

  1. Paolo Bertarelli, Borgo di Menagio. Como. Caprani 1645.