Pagina:Vittorio Adami, Varenna e Monte di Varenna (1927).djvu/278

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secolo xviii 269


Ercole Ongania f. q. Martino.

Gioachino Festorazzi f. q. Carlo.

Nicola Borlengo figlio di Bartolomno.

Francesco Tarelli figlio di Gerolamo.

Francesco Greppi f. q. Pietro.


Gli atti di questo componimento vennero redatti in Milano il 30 aprile 1732 dal notaio Andrea Boldoni e il 5 maggio dello stesso anno dal notaio Giovanni Angelo Festorazzi.


Altra controversia per i confini territoriali si ebbe tra i comuni di Varenna e di Lierna a motivo di un bosco nel quale gli uomini di Varenna pretendevano di far legna. - Le due parti si riunirono per accordarsi e difatti con le scritture 5 e 30 agosto 1734 stabilirono di dividere egulmente il bosco conteso.

Vennero tenute altre riunioni e con la mediazione di don Anselmo Serponti si addivenne alla spartizione del bosco di proprietà comunale e poichè in tale divisione la comunità di Lierna veniva a ricevere una porzione maggiore di bosco di quella che potesse pretendere in via di equa transazione, la stessa comunità cedette a quella di Varenna, come compenso, il diritto di promiscuità di pesca in una parte del suo lago più si obbligò di pagarle per una sola volta la somma di lire 200. Di questa convenzione venne redatto pubblico atto in data 12 ottobre 1754. Si fece passare il confine sulla sommità del monte chiamato Sasso dell’Ocellera, poi per Brentolone, Ceredo e Cavalla di Molinari, di qui scendeva al lago seguendo la strada detta pure dei Molinari.

Nel 1749 al 7 di gennario si conclude un patto di conciliazione tra le comunità di Esino e di Varenna per alcune divergenze territoriali. «A nome della comunità di Esino inferiore, il curato d. Gio. Domenico Baniffaldi insieme con Gio. Venino, rappreseutante dei sindaci della comunità di Varenna, convengono quanto segue, allo scopo di eliminare le controversie che per ragioni di confini esistono fra le due comunità:

1° Quelli di Esino cedono a quelli di Varenna il luogo situato tra il pizzo di Foppo, venendo verso Lierna, sino alla valle detta Valsquitta e, andando in su, verso la sommità del monte, sino al sasso piantato, indi venendo in giù verso la valle di Olivedo, però sempre sulla sommità dei monti e quella parte che guarda verso il lago. Ritornando in giù, sino al Pizzo di Foppo predetto.

2° Che non ostante la predetta cessione resti libero il passo a quelli di Esino per entrare nel luogo di Broncino, con facoltà di passare liberamente dal Pratolino alla Sostra e dalla Sostra in Broncino.

3° Quelli di Esino possono far pascolare le loro bestie soltanto fino alle gronde di Valsquitta e nei luoghi di Brancino e Credolcio grande e piccolo.