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loro che vantassero diritto di patronato attivo, o di passiva vocazione al suddetto beneficio a presentare i dovuti documenti.

Per rinuncia del chierico Francesco Arrigoni nel 1858 si rende di bel nuovo vacante il beneficio ecclesiastico di Santa Maria Elisabetta, e perciò viene aperto un nuovo concorso.

Alla morte del sacerdote Bernardo Invernizzi nell’anno 1860 si rese vacante il beneficio ecclesiastico cretto nella chiesa parrocchiale di Varenna sotto il titolo della B. V. Immacolata, di patronato dei signori Conte Angelo e Marchese Antonio fratelli Serponti, e perciò il governatore della provincia di Como con suo editto del 16 luglio apre un concorso a tale beneficio.

Fra i documenti della visita pastorale dell’anno 1895, eseguita alla parrocchia di San Martino di Perledo si legge che la chiesa è stata edificata nel 1100 e ricostruita nel 1613.

L’11 febbraio 1874 il prevosto ed i sindaci delle varie fabbricerie della chiesa di San Martino e degli oratori inviano una supplica al governo perchè sia concesso al popolo di Perledo «di stabilire e perfezionare sul disegno antico la facciata della chiesa prepositurale ed a far la piazza davanti alla medesima».

La facciata venne restaurata nel 1876.

Con testamento 22 febbraio 1824, Don Alfonso Mornico lascia i seguenti legati perpetui:

1° La somma di lire 2300 alla Congregazione di Carità di Varenna.
2° Lire 1150 alla chiesa parrocchiale di Varenna da impiegarsi onde erogare i frutti per acquisto di cera ed altri effetti necessari al servizio della chiesa.
3° Celebrazione in perpetuo di 12 messe annue all’altare di Sant’Antonio nell’oratorio della B. V. del Monastero con l’elemosina di lire 2 austria cheFonte/commento: 526 dando la preferenza al parroco.
4° Celebrazione in perpetuo di una messa solenne nel giorno 13 giugno di cadun anno all’altare di Sant’Antonio nel detto oratorio, con l’intervento del parroco e di tutti i sacerdoti stabilmente domiciliati a Varenna assegnando per l’elemosina lire 3,½ al parroco e lire 2,25 agli altri sacerdoti.

Il testatore ha imposto agli eredi il divieto di porre alcuna lapide sepolcrale nel cimitero per ricordare la di lui persona.

La fabbriceria della Parrocchiale di San Giorgio di Varenna nel 1844 fa eseguire a Milano dal cesellatone Ubicini quattro busti mitrati di rame argentato per la somma di lire 420.

Nel 1858 la Chiesa di Gitana venne elevata a Parrocchia, ed i parrocchiani con istrumento a rogito del notaio Giov. Battista Pieri in data 10 luglio 1858, si obbligano di pagare un decimo di uva in natura al parroco allo scopo di mantenere la parrocchia. Adelia Maglia fece dono al parroco di una casa e di alquanto terreno.