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tutta la diocesi Milanese comprese le contee di Seprio, Bolgaria e Lecco1 e pare fosse allora che i comuni principiarono a raccogliere in appositi statuti le leggi emanate in materia civile e criminale.

Probabilmente anche Varenna incominciò allora ad avere i suoi statuti; ma, come avremo occasione di ripetere più avanti, le nostre ricerche per rintracciarli rimasero finora purtroppo infruttuose.

Lierna, piccolo paese a sud di Varenna, nobilitato da un castello, ebbe rinomanza nelle guerre tra Como e Milano, combattute sul lago. Secondo documenti che possediamo, esso, nei primi anni del XIII secolo di sua spontanea volontà, ottenne di unirsi a Varenna. Cominciò col riscattarsi dal monastero di S. Dionisio di Milano, che lo aveva sotto la sua giurisdizione; nell’anno 1202 poi i suoi consoli e rappresentanti vendettero al podestà di Varenna, Pietro Brancesari, alcuni fondi di Lierna già di proprietà del monastero predetto. E nello stesso anno furono vendute al podestà soprannominato ad agli uomini di Varenna, consigliarmente congregati tutte le terre del paese con giurisdizione e diritti annessi come erano state riscattate dal monastero di S. Dionigi. Tale rendita fu confermata da Filippo, arcivescovo di Milano2.

Il primo accenno che abbiamo potuto trovare del monastero femminile cisterciense di Santa Maria Maddalena di Varenna è in un atto del 30 marzo 1204, steso in Bellagio, dal notaio Giovanni della Piazza in cui Ugerio di Bonardo di Insula Nova, vende ad Arnaldo di Cantono alcuni beni posti in Varenna, fra i quali una vigna che possiede in vicinanza del monastero costruito in Varenna3. Non conosciamo l’atto di fondazione di questo monastero, ma riteniamo che sia sorto dopo la distruzione dell’Isola Comacina, e che sia, anzi, un’emanazione del monastero dei santi Faustino e Giovita, detto anche monastero di Campo, che era dello stesso Ordine cisterciense.

Troviamo difatti un atto interessante il monastero dei Santi Faustino e Giovita, rogato nel monastero di Varenna in data 10 Marzo 1297, in cui è detto che Domina Faustina, abbadessa del monastero di S. Faustino dell’Isola e domina Agata priora dello stesso monastero investono di varie terre de Sannazzaro de Lecino e marchionem de Sannazzaro pure de Lecino. L’atto è redatto nel monastero di Varenna,

  1. Formentini M., Il Ducato di Milano. Milano, 1877, pag. 30.
  2. Queste notizie sono tolte da un atto del 13 gennaio 1375 del quale esistono due copie, una nell’Archivio di Stato di Milano alla voce: Acque, Valsassina, Cart. 1305 e l’altra nell’Archivio dell’Ospedale Maggiore alla voce: Origine e Dotazione, Aggregazioni, S. Dionigi, Ospedale, Vendite. La seconda copia è in condizioni migliori.
  3. Pergamena originale in possesso della famiglia Panizza.