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brente 21, Bartolomeo da Campiono brente 8 et epso Guglielmino brente 3.

Fano scusa che da niuno li era nè cum littera, nè per altra via facto intendere la volontà de lo ill. signore circha el predicto effecto de non condurre, nè vendere ut supra.

Che messer Cothino il dì sequente che fu il sabato andò inseme cum el capitano del laco a Varenna et ultra a la crida et monitione perchè non se dase sono più victuaglie a Grisoni feceno fare la mostra de li homini d’epsa terra. Che per tal crida li prefati Guglielmino et homini dico obedirano de bona voglia como si convene a boni et sinceri subditi del nostro illustrissimo signore».

Nel gennaio del 1480 Stefano Tenca di Filippo incantatore e daziario delle carni del comune di Varenna s’impegna verso Giacomino Scotti figlio ed agente di ser Piero Scotti, canepario di Varenna, a pagare al detto comune per l’anno corrente, secondo gli ordini e le provvisioni del comune di Varenna, lire 71 terzuole.

Lo stesso giorno Pietro Panizza, del fu ser Giorgio di Varenna, daziario dei dazi sulla pescaria, s’impegna di pagare lire 42, e Andrea Mazza di Antonio Zenoni daziario dei formaggi s’impegna al pagamento di lire 3081.


NOTE ECCLESIASTICHE


All’inizio del XV secolo, eranvi in Varenna le seguenti chiese nelle quali si officiava: S Giorgio, parrocchiale, S. Giovanni, l’antichissima chiesa, e Santa Maria Maddalena, la chiesa del convento.

Nel monte di Varenna vi erano le chiese di S. Martino di Perledo, di S. Maria di Gitana, di S. Ambrogio, di S. Pietro di Tondello, di S. Bernardo di Bologna, di S. Giovanni Battista di Regolo, e di Sant’Antonio di Vezio.

Fra i preposti della chiesa di S. Martino di Perledo va ricordato il sacerdote Protasio de Cirexis, che istituì erede di una gran parte dei suoi beni per una metà i poveri del Monte Varenna, e per l’altra metà i poveri di Bellano. Il testamento che porta la data del 15 luglio 1438, è molto interessante, perchè enumera molti arredi di Chiesa e perciò sarà riportato tra i documenti. Fra i lasciti più importanti del Cirexis vi è una donazione di lire dieci terzole alla fabbriceria del Duomo di Milano, di 10 fiorini alla chiesa di San Lorenzo in Chiavenna, trentadue lire terzioli alla chiesa di Dervio, altre trentadue lire terziole alle monache del Monastero di Santa Maria di Varenna. Altri lasciti dispone per il monastero di San Giovanni di Como, e per la cappella di San Giovanni Battista nella chiesa di San Giorgio e Nazaro di Bellano.

  1. Arch. Not. di Milano, Not. Giov. Ant. Serponti, 8 gennaio 1480.