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secolo xv | 89 |
Il lascito Longhi fu l’occasione di una lunga controversia tra le sorelle Longhi interessate a trasferirsi a Lecco e le monache di Varenna, le quali senza voler ottemperare alla precisa disposizione testamentaria del Longhi, di trasferirsi nei nuovo luogo, intendevano di godersi tutte le rendite del lascito e rimanere a Varenna. Furono delegati varii giudici per comporre la vertenza, ma invano: finalmente per mediazione dei visitatori cistercensi Don Arcangelo Modrignano e Don Girolamo Boldoni, fu accordato che le monache del borgo di Santo Stefano di Lecco godessero l’entrata anzidetta, ma dovessero pagare annualmente e per 13 anni la somma di lire 1040 alle monache di Varenna, e ciò fu approvato anche dal Pontefice Giulio II l’anno 1503. E così ebbe fine la lunga controversia. Da un atto notarile, del 17 novembre 1478 stralciamo l’importante notizia che la parrocchiale di Varenna è già in quel tempo denominata caput plebis1.
Con atto 28 giugno 1477,2 Barbara de Fonio fu Matteo, abitante in Bellano, anche a nome3 di Simone fu Ser Nicola di Ciresis di Cortenova Valsassina, come patrona dell’altare e Cappella di S. Maria e S. Michele nella Chiesa di S. Martino di Perledo elegge a cappellano beneficiato di detta cappellania, Pietro di Bertarino fu Alessio, di Esino.
Fra gli atti del not. Bernardino Matti di Varenna, troviamo (27 luglio 1495) certe «Informationes» sul valore dei beni della cappella di Santa Maria di Varenna. In esse Andrea de Serponte di Gaspare, di Varenna, in presenza del sac. Filippo de Ronzonis, rettore della chiesa di S. Giorgio di Varenna, e del sac. Giovanni Lecascho, rettore della Chiesa di Esino, delegati con lettera patente dell’Arcivescovo di Milano, Giovanni Battista Ferri, attesta con giuramento di sapere dove siano situati, e quale sia il valore degli infrascritti beni: una casa con corte davanti sita nel luogo di Musatio di Lierna, confinante da una parte con Martino Belorini, da un’altra parte con Bertramo Pubella, e dalle altre parti con la strada comune; un pezzo di terra a vigna, campo e brughiera e con piante di salice, sita in detto territorio, dove dicesi Luciana, di misura uguale alle due infrascritte pezze di terra di Buffano e di Campo. La qual terra di Luciana confina da un lato con Giovanni Pietro de Marliano, da un altro con Antonio de Brentis, da un altro con i figli de Bordano e dall’altra con strada; pertiche quattro di terra incolta sita in territorio di Monte Varenna, dove dicesi Olivedo, confinante da un lato con strada, da un altro col livello dei de’ Bertarinis, da un altro con la valle e parte della terra dei Brentis. Aggiunge il dichiarante che questi beni sono migliori per reddito e bontà che i seguenti: un sedimesito nel luogo di Musatio di Lierna e un pezzo di terra di pertiche 11 e tav. 19