Pagina:Vivanti - I divoratori, Firenze, Bemporad, 1922.djvu/188

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176 annie vivanti

giunse piano con una occhiata alla spilla di perle che Nancy portava al collo, — nel caso che Madame desiderasse di saperlo, il Monte di Pietà è a due passi, appena passato il Crédit Lyonnais.

Il conto era di cento ventitrè franchi. Nancy riferì ad Aldo la storia del viatico, ed egli, con un’aria di cane bastonato, disse che lo andrebbe a domandare.

— Quanto credi che ti daranno? — disse Nancy.

— Non so, — disse Aldo, che si sentiva in obbligo di essere cupo e taciturno.

— Due o tre mila franchi? — chiese Nancy.

— Probabilmente, — disse Aldo.

— Non accetterai nulla da quella donna? Me lo giuri?

— Sì, sì, giuro, — disse Aldo, abbandonando quattro flaccide dita alla mano fervida ch’ella gli tendeva.

Poi se ne andò lentamente; ma appena voltato l’angolo della strada, s’affrettò.

Nancy salì nell’abbaino e gli fece le valigie. Con profonda compassione, quasi con rimorso, piegò e ripose i molli abiti noti: le floscie giacche, i vacui panciotti, le melanconiche cravatte. Povero Aldo! non era colpa sua se non aveva carattere. Ella non avrebbe dovuto lasciarlo venir qui. Non era un baluardo, lui; l’aveva ben detto Clarissa, anni fa. Era debole, era inetto, era moscio. Ebbene, Nancy sarebbe il baluardo.

Sapeva già che cosa avrebbe fatto. Mettiamo che il Casino rendesse loro... tre o quattro mila lire. Tornerebbero a Milano; lascierebbero la casa in via Senato, e prenderebbero un appartamentino modesto fuori di Porta. E Nancy scriverebbe. Riprenderebbe il suo lavoro. Ah! a quel pensiero il sangue le pulsò più rapido. Anne-Marie starebbe colla nonna, perchè era impossibile fare un lavoro serio con le manine di béby che vi si aggrappano alle vesti e al cuore. Nancy andrebbe a vederla tutte le