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i divoratori 271


Le due donne tacquero. E allora per l’aperta finestra s’udì una voce limpida e chiara come una cascatella d’acqua montanina. Era la voce di Anne-Marie nella cameretta di sopra.

— Senti che canta, — disse Fräulein Müller.

— Oh, sì. Canta sempre così, per addormentarsi — disse Nancy — da che ha sentito una volta un violino. La musica le piace.

E Nancy raccontò della Romance di Svendsen, e del pianto di Anne-Marie.

— Se è così, — disse Fräulein molto risoluta, — le comprerò un violino domani.

E così fece infatti. Il violino era nuovo e giallo e lucido, e dentro aveva un’etichetta col nome di «Guarnerius». Costava tre dollari.

Anne-Marie lo accolse con soddisfazione. Spinse l’arco su e giù sulle corde con molta gioia, ma per poco tempo. Poi divenne impaziente e uscì in giardino a cercare un grosso sasso....

— .... Mi faceva delle brutte vociacce, — disse Anne-Marie, ritta e impenitente accanto ai frantumi di legno giallo, mentre Fräulein Müller e Nancy crollavano le teste, con dolore e rimprovero. — Volevo vedere cosa c’era dentro che gnaulava così.


Fräulein disse quella sera a Nancy:

— Non credo che la musica sia la sua vocazione. Ma staremo a vedere.