Pagina:Vivanti - I divoratori, Firenze, Bemporad, 1922.djvu/30

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18 annie vivanti


— Provino a fargli dire «Nellie» o «Katy»?

Ma il vecchio signore si rifiutò ostinatamente a ricordare qualsiasi di questi nomi; e continuò per molto tempo a chiamare la bambina «Tom».

Una sera, a tavola, disse improvvisamente:

— Dov’è Nancy?

La signora Avory ed Edith si guardarono trasalendo, e Valeria alzò gli occhi meravigliati.

— Dov’è Nancy? — ripetè il nonno, con impazienza.

La signora Avory gli pose teneramente una mano sul braccio.

— La povera Nancy è in Paradiso, — disse dolcemente.

— Come? — gridò il vecchio, gettando in terra il tovagliolo, e girando gli occhi spiritati intorno alla tavola.

— Pur troppo, la tua cara figlioletta Nancy è morta molti, molti anni fa, — ripetè la signora Avory.

Il vecchio si rizzò alto e fremente.

— Non è vero! — gridò con voce terribile. — Nancy era qui questa mattina. L’ho vista io. Mangiava la tapioca.

Le sue labbra tremarono e si mise a piangere.

Valeria scattò in piedi e uscì dalla stanza. Un istante dopo rientrò, portando tra le braccia la sua bambina che sgambettava nella lunga camicia da notte, e garriva come una rondinetta.

— Ecco Nancy! — disse Valeria con voce un po’ tremante.

— Ma sì! guarda, nonno, — gridò Edith, battendo le mani, — non piangere, nonno! Ecco Nancy!

E la signora Avory tutta pallida:

— Ma guarda, caro padre, ecco Nancy!

Il vecchio alzò i ceruli occhi e il suo sguardo lievemente appannato, come un vetro celeste su cui il tempo