Pagina:Vivanti - I divoratori, Firenze, Bemporad, 1922.djvu/60

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48 annie vivanti


sei proprio sicuro che quella che tu ami non abbia... diciasette anni appena?

E Valeria, mordicchiando un filo d'erba colla testa inclinata sull'omero, gli lanciò di sotto alle ciglia uno sguardo malizioso.

Nino si fermò, sorpreso.

— Chi? Che cosa vuoi dire? Chi ha diciassette anni? — domandò.

— Edith, — sospirò sottovoce Valeria. — Ho creduto... mi pareva...

— Ah no, — esclamò Nino crollando il capo. — Non Edith! Povera creatura!

Poi si chinò rapido e le baciò la bocca socchiusa, prima assai che ella se lo aspettasse.

— Perchè hai detto di Edith «povera creatura?» — chiese Valeria, dopo avergli anche stavolta perdonato.

Nino si rabbuiò. Con aria grave si picchiò leggermente le dita sul petto:

— Ho paura... sai...

— Cosa?... cosa?... — e Valeria si sentì impallidire.

— Ma!... secondo me, è tisica, — disse Nino.

Valeria sobbalzò, strappando la sua mano dalla stretta di lui.

«Tisica!» Il cuore le si fermò, poi riprese a battere a precipizio, scuotendole e martellandole il petto. «Tisica!» La terribile parola le rievocò fulminea la memoria di Tom e il passato di lacrime e di morte. Sì, Edith tossiva! È vero! tossiva. Ma in Inghilterra tutti tossono. Edith, la piccola Edith dai capelli biondi e dalle guancie di rosa? No! Non era vero, non poteva essere vero! Edith, così cara! così buona con lei; che s'era fatta apposta l'orribile pettinatura della Germania del Nord... Edith, la migliore amica di Nancy... Ah! ~Nancy!~... il pensiero di Valeria, a un tratto, come preda inseguita, precipitò