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78 annie vivanti


L'estate era splendida; e la sposina usciva molto a far lunghe passeggiate e gite in montagna; e la sera cantava in tutte le feste e i concerti, perchè aveva una voce limpida e chiara, tutta trilli e gorgheggi come quella di un'allodola. Nelle ore del riposo stava sulla terrazza accanto a suo marito e vicino a Edith (poichè egli aveva ripreso il suo antico posto); ma dopo un po', la bella biondina si stancava di star lì; baciava in fronte suo marito e scappava a far delle visite, o andava in carrozza a Klosters; o studiava qualche romanza nuova.

I lucenti occhi azzurri di Klasen la seguivano; e la russa, dal suo giaciglio, lo guardava, leggendogli in volto i pensieri. Essa leggeva: «Ho preso moglie per non essere più solo — solo col mio male e il mio terrore, nel giorno e nella notte. Ma sono ancora solo. Quando mia moglie è con me, se io tosso, ella dice: «Povero tesoro!» E quando di notte soffoco e sudo, essa, nel sonno, sospira: «Povero tesoro!». Poi si volta dall'altra parte e dorme. E io sono solo, col mio male e il mio terrore». E alla russa pareva di vedere che gli occhi di Klasen ardessero di una luce che non era tutta amore.

Dopo qualche tempo la sposina cantò meno e fece meno visite.

Disse che era calata di peso; e un giorno andò con suo marito dal dottore. Sì... infatti... qualche cosa c'era — oh, una cosa da niente! — all'apice del polmone sinistro.

Così venne posta anche per lei una seggiola a sdraio sulla terrazza, accanto a quella di suo marito; e anche lei nel pomeriggio riposava con una coltre intorno, e un parasole sul capo.

Fritz teneva stretta la manina su cui brillava ancora nuovo l'anello nuziale; e quando lei tossiva, era lui che diceva: «Povero tesoro»! E non era più solo. Durante il giorno i due ridevano ed erano allegri; e di notte Fritz