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Pagina:Vivanti - Naja Tripudians, Firenze, Bemporad, 1921.djvu/168

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164 Naja Tripudians


chinava ridendo verso la fanciulletta, narrandole qualche cosa.

Quando entrò Myosotis vi fu un attimo di silenzio; poi tutti i presenti ripresero a conversare, e nell’angolo intorno a Leslie ricominciarono i frizzi e le risate.

Non vi fu presentazione di sorta. Myosotis rimase, un pò impacciata, accanto alla porta finchè Leslie la chiamò.

— Vieni qui, vieni qui, Mymì!

Così la chiamavano talvolta a casa, e Myosotis nuovamente si stupì della disinvoltura della sorellina fra tanta gente sconosciuta. Traversando la sala per andare accanto a lei, passò davanti a Lady Randolph, semisdraiata su un divano d’angolo, e la guardò, trepida, quasi implorandone il perdono.

Ma Milady non fece atto di vederla. Parlava con un uomo bruno e grasso; parlavano francese, e Myosotis, pur indovinando che si trattava di lei, non comprese ciò che dicevano.

— Assaggia, Myosotis, questa bevanda americana. Si chiama «Manhattan cocktail,» ed è un filtro che fa vedere il mondo tutto color di rosa con un occhio, e tutto color di cielo coll’altro!... Difatti, — e Leslie chiuse con aria