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Naja Tripudians | 33 |
con Jean Vital, egoista arrogante e amorale. Ma nelle deserte solitudini di quei luoghi, il sensuale libertino francese e il nordico asceta, affratellati dall’isolamento e dall’esilio, si confidavano ogni pensiero.
Così avvenne che Harding apprese da Vital, voluttuario impenitente, ch’egli aveva gettato gli occhi su una donna indigena convivente col quartier-mastro dei marinai inglesi. Era questa un bel tipo di donna color rame, dagli occhi languidi ed astuti sotto le palpebre socchiuse. Johnson, il quartier-mastro inglese che la teneva con sè, era dissoluto e brutale.
Un giorno il francese venne con aria soddisfatta e spavalda a trovare l’amico.
— Ça marche! — esclamò ridendo; e gettandosi sulla sgangherata poltrona a dondolo, vanto e lusso del bungalow di Harding, incrociò le lunghe gambe nei pantaloni bianchi, trasse di tasca un sigaro e narrò al silenzioso dottore la sua fortuna.
— Iersera mentre quel bruto di Johnson era assente, sono andato davanti al loro bungalow e ho fischiato. Lei è uscita sulla porta.... e io subito, là.... à la six-quat’-deux!.... le ho schioccato un bacio sulla bocca.
A. Vivanti |