Pagina:Vivanti - Sorella di Messalina.djvu/129

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«Voi non avete paura di me, è vero? Non vi sembro una donna pericolosa...

È questo il vantaggio della donna non giovane, della donna non bella sulle altre: l’uomo non la teme. Si confida, si affida a lei... Ma quando vuole riprendersi, quando vuole liberarsi, non può! La donna non giovane, la donna non bella lo tiene...»

«Voi non avete paura di me!» No; non aveva avuto paura. Ma adesso l’aveva. Aveva paura! paura e orrore. La vedeva, creatura malefica e disastrosa, ergersi su uno sfondo di calamità; dietro di lei, intorno a lei erano gli spettri di uomini ch’ella con la sua lunga mano sapiente aveva attirato a sè per spingerli nel disastro e nella rovina.

«Non ammetto che un uomo il quale mi abbia amata, possa un giorno lasciarmi, riprendere la sua strada, andare avanti a vivere come se nulla fosse...».

Ah, no! bisognava portare le stìmmate di lei, il suo marchio rovente per tutta la vita! O, allora, cessare di vivere per poterle sfuggire?

«L’amore e la vita, dite voi?... Ma io non concepisco che l’amore... e la morte!»

Di nuovo Alberto arrestò il passo. Gli tornava in mente l’elenco di amanti morti che