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Pagina:Vivanti - Vae Victis, Milano, Quintieri, 1917.djvu/132

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120 annie vivanti


«Li ha, li ha, ve l’assicuro io. E mi dicono che ne soffra assai.»

«Poveretta! Bisognerà ch’io vada a trovarla,» disse Lady Mulholland, in tono di sincera commiserazione.

Ma in quello stesso pomeriggio capitò da lei precisamente la signora Whitaker.

«Ah, mia povera, cara Teresa,» cominciò Lady Mulholland afferrandole le mani e stringendogliele con eloquente simpatia. «Come stai? Come ti senti? Ho saputo che anche tu...»

«Già, già,» e la signora Whitaker ritrasse un po’ stizzita la sua mano.

«Te l’hanno detto che li ho anch’io.» Vi fu un istante di silenzio. «Te lo confesso, non me li aspettavo lugubri a tal punto.»

«Lugubri?» esclamò Lady Mulholland. «Se non è che questo....»

«Ti accerto che basta,» sospirò la signora Whitaker. «Non puoi fartene un’idea. Sono tre creature d’incubo.....»

Ma Lady Mulholland subito si lanciò in una lamentosa narrazione delle proprie pene. «Mia cara, si fanno prestare tutti i tuoi vestiti? Adoperano tutta la tua carta da lettera? Comandano loro il tuo pranzo? Danno ordini alla tua servitù? Se no, non lamentartene. Figurati»