Pagina:Vivanti - Vae Victis, Milano, Quintieri, 1917.djvu/184

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172 annie vivanti

lo vedo che ride. È appoggiato a una porta.... e c’è una tenda.... Già. Mi pare di vedere una tenda rossa, strappata, che pende accanto a lui; ed egli ride, ride rovesciando la testa all’indietro.... Perchè mai ride così? È di me che ride? Perchè? Che cosa accade per farlo ridere di me?... Ecco! ecco la nebbia bianca che scende e ingolfa Fritz. Non lo vedo più.... È svanito. Non mi riesce trattenerne l’imagine... tutto dilegua e svanisce.

Ma — prima ancora di questo? Vediamo; devo pur ricordare altre cose prima di questo! Torno indietro.

I cannoni tuonano, la casa trema, un gran fascio di fiamma s’alza nel cielo.... Poi uno scroscio, un’esplosione — ed è come se il mondo crollasse intorno a noi.

Ed ecco la casa si riempie di soldati; i nemici s’impadroniscono delle nostre stanze — i loro cinturoni ingombrano le seggiole, i loro elmetti sono buttati sul pianoforte.... Vi è fra di loro un giovane alto, cogli occhi molto chiari....

Già. Un giovane alto, cogli occhi molto chiari....

Avanti, Chérie. Ricordati, ricordati!...

Questi uomini parlano con insolenza, ci ordinano di fare questo e quello.