Pagina:Vivanti - Vae Victis, Milano, Quintieri, 1917.djvu/19

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vae victis! 7


E Chérie, con un sospiro, nuotò pianamente verso la spiaggia.

Mirella le corse incontro, mandando a spruzzi l’acqua con molti strilli d’allegria, mentre Frida si fermò vicino alla riva dove l’acqua era alta pochi centimetri. Ivi compì una serie di riti igienici, bagnandosi prima la fronte, poi il petto, e poi ancora la fronte e finalmente sedendo solennemente nell’acqua il tempo di contare da uno a cento.

Così, concluso il suo bagno, la governante tedesca — con molte raccomandazioni gridate a Chérie e Mirella che non l’ascoltavano — tornò a casa a vestirsi.

Un’ora dopo ella apparve di nuovo sulla spiaggia, correttamente abbigliata nel suo Reformkleid, colla salsiccia di capelli asciutti riinstallata a sommo della testa ancora umida. Girando gli occhi intorno in cerca delle due fanciulle le vide stese immobili sulla sabbia, supine, ad occhi chiusi, sotto il sole cocente. Facevano finta d’essere morte; e davvero, pensò Frida nel guardarle così piccole e immote su quella immensità sabbiosa, parevano due poveri esseri affogati, due meschini brandelli d’umanità che il mare avesse rigettato sulla sponda.

Prima ancora che arrivasse vicino a loro le