Pagina:Vivanti - Vae Victis, Milano, Quintieri, 1917.djvu/209

Da Wikisource.

vae victis! 197

Allora si decise di chiedere aiuto alle donne che sui giornali promettevano assistenza; e andò tremante ad esporre a loro il suo caso.

Ma esse non la conoscevano; era straniera e probabilmente senza danaro.

Nessuno volle ascoltarla, nessuno volle soccorrerla.

Finalmente Luisa si decise a consultare un medico. Il primo a cui si rivolse era un giovane svizzero, rigido, onesto e rude. Egli minacciò di denunciarla al suo Consolato, e la mise alla porta.

Allora ricorse a un dottore francese di cui qualcuno le aveva detto che era amabile e cortese. Difatti egli l’ascoltò, benevolo, se pure con un sorrisetto non scevro di malizia.

Già!... Ve n’erano molti di questi casi dolorosi.... Era quasi difficile credere che fossero tutti genuini!... Andiamo, andiamo! Si trattava qui veramente della violenza dell’odiato nemico?... O non era forse responsabile qualche bon ami? Qualche affascinante «Tommy» od ufficialetto inglese? Suvvia, era troppo naturale — e il dottore le prese la mano — quando si era ravissante come lei, con quelle guancie infocate e quegli occhi ardenti.... Ah! con quegli occhi si ha le diable au corps, n’est-ce-pas?

Luisa, comprendendo, era balzata in piedi fre-