Pagina:Vivanti - Vae Victis, Milano, Quintieri, 1917.djvu/221

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vae victis! 209

«Oh!» esclamò la moglie del Vicario, scorgendo Luisa. «Scusami, Ambrogio. Non sapevo che tu avessi visite.»

«Vieni, cara,» disse il reverendo Yule, «vieni a far conoscenza con Madame Brandès, una signora belga che sta in casa dei nostri amici Whitaker. Essa è venuta a consultarmi per qualche cosa che la riguarda....» Poi, volgendosi al dottor Reynolds: «Dunque, Reynolds, come hai trovato il nostro ragazzo?»

«Bene! Benissimo! Lo rivedrete tra poco rompersi il collo in qualche altro match di foot-ball,» rise quello. Poi soggiunse più serio: «Non si tratta, te lo accerto, che di una stiratura di tendine. Cosa da nulla assolutamente.»

La signora Yule era andata incontro a Luisa colla mano tesa.

«Sono felice di conoscerla,» disse cordialmente. «Resterà con noi a prendere il thè, non è vero? Anche mia figlia Mary sarà così contenta di vederla — non già» soggiunse, e la voce le si velò — «non già che essa possa vederla davvero. Forse avrà sentito dire che la mia cara bimba è cieca....»

«Cieca!» esclamò in un singulto Luisa.

Come un’onda immensa il dolore del mondo sembrò sommergerle il cuore.

Ella sentì terribile e insopportabile la tristezza della vita.