Pagina:Vivanti - Vae Victis, Milano, Quintieri, 1917.djvu/301

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averla qui. Ah, se ci fosse anche Cecilia che l’amava tanto!»

«Come mai Cecilia ha trovato il coraggio di partire così, tutta sola?»

chiese sommessa Luisa.

«Altre quattro donne di Bomal sono andate con lei. Ve n’era una che aveva dei parenti nella contea di Surrey... Qui Cecilia non poteva più vivere,» singhiozzò la madre, «dopo la morte di Jeannette e di suo fratello Andrea. —» Di nuovo lo spasimo nervoso le contrasse il viso macilento. «Tu sapevi di lui... che l’avevano ammazzato a fianco del nostro povero curato in quella notte....»

Sì, Luisa sapeva. E strinse forte tra le sue le mani scarne e tremanti della vecchia amica.

Parlarono di tutti i loro amici e conoscenti. Su tutti, su tutti era passata la procella, travolgendo, rovinando quelle esistenze, mandandole disperse per il mondo....

«Taci!» sussurrò improvvisa Madame Doré afferrando il braccio di Luisa.

«Ascolta! Ascolta!»

Fuori si udivano i passi cadenzati della soldatesca, e un vociar rude, ed imprecazioni e risa.

«Li senti, i nostri padroni?» susurrò Madame Doré stringendosi convulsa a Luisa. «Entrano nelle nostre case quando vogliono, anche