Pagina:Vivanti - Vae Victis, Milano, Quintieri, 1917.djvu/310

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nel viaggio dall’Inghilterra; ma il bambino lo vestì con tutto ciò che aveva di più bello. Gli mise il mantello bianco ricamato da lei, e la cuffietta di merletti adorna di nastri celesti, e le più eleganti scarpette a maglia di seta azzurra. Poi lo prese in braccio e andò a mettersi con lui davanti allo specchio.

Insomma, dopo tutto, era un gran bel bambino, non è vero? Non si poteva dire che non fosse bello come un cherubino. La gente avrebbe forse potuto odiarlo non conoscendolo.... ma appena l’avessero visto!...

Tremante, arrossente, sorridente, ella apparve al cancello del cortile dove già Mary Elliot e Luisa l’aspettavano. In mezzo a loro due uscì nella via e s’avviò tremante. Assai giovane, assai commovente ell’era, colle guancie vermiglie per l’emozione, volgendo in giro gli occhi lucenti e timorosi.

Chissà se incontrerebbero qualcuno? Qualcuno di loro conoscenza?....

Sì. Incontrarono Mademoiselle Veraender, la maestra di scuola. Questa le guardò, trasalì, poi facendosi di fuoco in viso, passò dall’altra parte della strada. Poi incontrarono Madame Linkaerst con sua figlia Clairette, compagna di scuola di Chérie. La ragazza diede un’esclamazione