Pagina:Vivanti - Vae Victis, Milano, Quintieri, 1917.djvu/312

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col suo bastone. Allora altra gente si fermò.

Qualcuno tra essi riconobbe Luisa e Chérie; ma nessuno le salutò; nessuno sorrise al bambino nella sua cuffietta coi nastri ceruli e il suo mantello ricamato.... Tre o quattro oziosi seguirono le donne fino alla stazione, ridacchiando e lanciando frizzi grossolani ed insultanti.


Mary Elliot partì. Fu una triste separazione.

Allora Luisa e Chérie tornarono a casa silenziose, facendo un gran giro per evitare le strade più frequentate. Mentre risalivano il viottolo ombroso dietro la casa, Luisa volse uno sguardo alla cognata e si sentì stringere il cuore. Povera piccola Chérie! Quanto era bambina ancora, nonostante i suoi diciannove anni! E come triste, spaurita e vergognosa!

Come aiutarla? Quale conforto porgerle? Quale speranza?

Nessuna! Nessuna! A meno che il bambino morisse.

Ma perchè avrebbe dovuto morire quella nefasta creatura? Non era esso forse frutto della giovinezza potente e della brutale vitalità? Non traeva il suo sostentamento dalle più pure sorgenti della vita? Perchè avrebbe dovuto morire?