Pagina:Vivanti - Vae Victis, Milano, Quintieri, 1917.djvu/345

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XXVII


Gli squilli di tromba che ingiungevano agli abitanti di Bomal di rientrare nelle loro case echeggiavano già, mentre ancora Luisa si affrettava traverso le vie del paese, ormai deserte e buie. Teneva stretta nella sua la fredda manina di Mirella, e le parlava a voce bassa, concitata, come se la fanciulletta potesse comprenderla.

«Vedrai, vedrai, Mirella, ora quando entri in casa tua, ti ricorderai di tutto. Appena avrai varcato quella soglia, ecco, vedrò sorgere nei tuoi occhi il ricordo, come un’aurora improvvisa. Allora li volgerai a me, trasognata forse, come chi si sveglia da un lungo sonno, come chi ritorna da un lungo viaggio. E schiuderai le labbra alla parola.»

«Ah! Quale sarà la tua prima parola, Mirella? Forse quella più dolce di tutte, quella parola