Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
vae victis! | 335 |
rie non aveva acceso i lumi?
E chi mai aveva lasciato aperto il cancello?
Ma subito il pensiero di Mirella, la folle speranza della sua guarigione — divenuta improvvisamente quasi una delirante certezza — le rifiammeggiò nel cuore, ed ogni altra cosa fu scordata. Era sola nel mondo, sola con Mirella.....
Tenendo gli occhi fissi su quel piccolo viso immoto, essa guidò i passi della bambina oltre il cancello, e dentro al cortile, e traverso l’erbosa spianata percorsa le mille volte dai piedini saltellanti della bimba ne’ suoi giocondi anni infantili.
Ma sul calmo volto di Mirella non un fremito passò; non una favilla si accese negli occhi sognanti; e con un singulto Luisa strinse più forte quella piccola mano inerte traendola rapidamente verso il portone di casa.
Anche questo era socchiuso come se qualcuno l’avesse lasciato così, nella fretta, immemore degli ordini severi che volevano dopo il tramonto tutte le porte chiuse.
Per un istante Luisa pensò di chiamare Chérie, e interrogarla. Ma subito il bisogno di sentirsi sola con Mirella, sola con quella piccola anima al momento del suo risveglio, la trattenne. Entrò con Mirella nel vestibolo, chiuse la porta, e con gesto rapido accese i lumi.