Pagina:Vocabolario dell'uso abruzzese.djvu/13

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AVVERTENZA



1. Nella 1a edizione di questo Vocabolario dell’uso abruzzese presi le mosse dalla parlata di Gessopalena, mio comune nativo; in questa, movo dalla parlata di Lanciano; anzi, ne’ preliminari — pronunzia, ortografia, morfologia — e nella 1a Parte — italiana‐dialettale — , i riscontri col toscano sono esclusivamente lancianesi.

Uso il vocabolo ‟Parlata„ come sinonimo di ‟Sottodialetto„. Il ‟Dialetto abruzzese„ — che, in massima parte, è una delle principali varietà del siculo‐napoletano — è quel che vi ha di comune nella moltiplicità dei sottodialetti parlati fra il Tronto e il Trigno.
Ritenendo di contribuire meglio allo scopo didattico e di stimolare lo spirito d’investigazione storica, ‟poichè la lingua è qualche cosa di più che una serie di vocaboli„, nella 1a Parte ho aggruppato questi secondo l’ordine tenuto dallo Zambaldi nel suo Vocabolario etimologico italiano. ‟Dando unite le parole che derivano da uno stesso fonte, in maniera che ciascuna stia a casa sua e vi tenga il suo posto, come ogni persone in un grande albero genealogico, e vi appariscano le famiglie grandi e piccole, le parentele strette e lontane, le origini paesane e straniere„, spero di movere nello studioso la curiosità di ricercare nell’opera dello Zambaldi quelle ragioni degli aggruppamenti, che nel mio breve elenco non era il caso di assegnare.
Le parole con un numero a destra, sono da cercare ne’ gruppi indicati dal numero stesso.

2. Nella 2a Parte, dialettale‐italiana: a) i vocaboli lancianesi sono in minuscolo grasso; b) i vocaboli di altri comuni, con indicazione delle rispettive provenienze, in corsivo; c) tutto ciò che non è lancianese, è in parentesi quadre; d) i vocaboli e i modi senza indicazione di provenienza sono della parlata gessana.1

Che la trascrizione e la spiegazione dei vocaboli non raccolti da me stesso in vari luoghi siano esattissime, nonostante che fatte da persone intelligenti, non potrei garentire. Quanto ai vocaboli e ai modi lancianesi, li ho riscontrati ‟tutti, un per uno„, alla fonte.



  1. L’aver segnata la provenienza dei vocaboli non importa, com’è naturale, che i medesimi siano da ritenere come particolari del luogo indicato; ma io dovevo darli nella forma che hanno là dove li ho raccolti.