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QUINQUÈNNE — 978 — RABBOCCATÙRA.

ricorre ogni cln ue anni: c_ Feste quinquennali.r-— al lat. quinquen- nah's.

Quinquènne. ad. Che ha l‘eta di cinque anni; detto di bambino. — Dal lat. quinqumnis.

Quinquennio. a. m. Spazio di cin- que anui.— -Dal lat. quinqumm'um.

Quinquerème. s. f. T. star. Nave antica a sci ordini di remi. — Dal lat. quinquennio.

Quinta. a. f. Ciascuna delle scene laterali del teatro. || fi . Fare una co- sa, o, Stanene, dietro e quinte, dicesi di chi opera nascostamente, facendo in modo che altri appaia come Ope- ratore.||Quinta, T. mm. Intervallo che comprende cinque gradi, eom- presi gli estremi.

Quintndècima. a. f. usato nella ma- niera Essere in quinladecs'ma, e detto della luna quando ella è piena.

Quintale. e. m. Peso di cento chi- lograunni. — Probabilm. dall'arab. quinlar.

Quintana. s. f. Figura di legno con lo scudo, che i cavalieri cercavano di col irc, correndo nello steccato.

Quinternlno. dim. di Quinterno, più piccolo di Quintcrnetto.

Quintèrno. s. m. Unione di cinque fogli di carta, l'uno dentro all'altro.

Quinternòtio. dim. dì Quinterno; Quintcrno di carta piegata in mezzo o in un quarto di fo lio.

Quintnssènza. s. . Propriamcnte L'estratto più pnro di nna cosa, ot- tenuto in antico mediante cinque di- stillazloni. I] Oggi usasi soltanto nel te: fig. e per io gniflcare qua i sn erlativo: c la quintessenza del br cconi, de' bugiardi, de’furfanti, dei ghiotti, ec. s

Quintetto. s. m. T. mm. Componi- , mento musicale a cinque voci o istru- menti.

Quinto. ad. num. 0rd. di Cinque. lI In forza di soul. La quinta parte.- Dal lat. us'nctul.

Quinto ècimo. ad. 1mm. 0rd. Lo stesso che Decimoqninto; ma usasi in forza di mi. solo nel modo Em- re in quintadecs'ma, detto della lnna quando è piena.'|Di uno che abbia nn-gan faccione, dicesi popolarmeu- Pare una luna in quinladeas'ma. | — Dal lat. quinchu decima“.

Quintogènito. mm. Il flgliuolo nato quinto. — Voce non molto usata.

Quintùltimo. ad. usato anche in forza di soat. Il quinto avanti l'ultimo.

Quintuplicnre. tr. Moltiplicare una L quantità per cin ue, Renderla cinque volte maggiore. art. p. Qum'ruru- CATO.

Qulntuplo. ad. usato più spesso in forza di sost. Che è cinque vo te mag- giore. — Dal lat. quintuplur.

Quisquilie e Quisqulglie. s. f. pl. Cose unnutissimo, da non farne con- to, Bazzecolc, e simili: «Non mi vo- glio occupare di qneste qnisqnilie:— Son quisquilie da pedanti : — Ha scritto alcune quisquille.r_ — Dal lat. qui:- quiliw.

Quiuimile. a. m. Voce del parlar familiare, usata uelle comparazioni per significare nna tal quale somi- glianza; ed e composizione del lat. quid n'mile: c Il colore era nn quis- simile di quello della mela france- sca: - Non è un romanzo, ma un quis- simile. r

Quivi. Ml}. di luogo, usato coi verbi di moto e di guiete, e vale In qnel luogo la; ma voce non usata par- lando. ||1- É poi errato, secondo l‘uso dei migliori, per Qui, In questo luogo. — — Composto di qui e im.

Quòndnm. ad. Parola latina, chc significa Una volta. usata come ag- 'unt0 che si da a persona già morta, ovendone far menziOne, come: c ll signor Pietro flgliuolo del qnondam signor Tommaso.»

Quòta. s. f. Porzione della somma che tocca a dare a ciascuno in un j. pagamento comune. — - Dall' ad. lat. I quota.

Quotnre. tr. e rifl. Assegnare ad nno o a se stesso la quota che deve ‘r dare: «Mi quotarono iu cento lire: — Ci quòtano tutti a dieci franchi. D i || Rif. a valori pubblici, vale Asse gnare ad essi nn determinato prezzo \ nel listino della Borsa. Pari. p. QUO- TATO.

Quotidînnnmente. ano. Ogni gior- no, Giornalmente.

Quotidiano. ad. Giornaliero, Di cia- scun giorno.— Dal lat. cotidiamu.

Quoziènte. mm. T. arîl. Il risultato del a divisione, ed e Quel numero intero o fratto, che, moltiplicato per il divisore produce il dividendo.- Dall'avv. at. quatim, Quante volte.


R.


R. Lettera consonante, la sedice- sima del nostro alfabeto, e una di quelle che i Grammatìci chiamano li- quide o semivocali. Si fa di genere tanto maschile, quanto femminile. || Come reflsso in molte voci. V. R.

Rabarbaro. un. Pianta nativa della China e della Persia: le cui radici di colore glailiccio e i sapore amaro hanno virtù medicinale pnrgativa: c Masticare rabarbaro: — Eiisire di ra- barbaro.-— Dall'orientale rha e il lat. barbarum.

Rabattino. s. m. Voce dell‘uso fa- miliare, e dicesi di Persona che s'in- gegna In mille modi, pnrchè non di- sonesti, di guadagnare e vantaggi-arei. — — Da arrabauare.

Rabballinnre. tr. Avvolgere insieme checchessia confnsamente come a mo'di farne balle.||RabbaZlinare il letto, si dice pcr Avvolgere le mate- rassc del letto, mettendone nna sopra dell'altra, se son dne o più. Part. p. RABBALLINATO.

Rabhatutiolare. tr. Fare nn batuf- folo, Ridurre come in un batufl‘olo: «Rabbatnfl'olò ogni cosa. r Pari. p. RABBATUFFOLATO.

Rabbellire. tr. Rendere bello o più bello: c La facciata di quel palazzo era poco decente, e la rabbelll fa- cendo fare qualche ornamento nuo- vo.» Part. p. Rmnnnmro.

Rabberciamento. ami. L’atto e L'ef- fetto del rabberciare: c Con quattro rabberciamcnti, ristauro la fabbrica.»

Rabberciare.tr.Rassettare alla me- glio, e senza troppa esattezza: «Feci rabberciare quelle stoie per poterle adoprare in qualche maniera. r || fig.: «Erano versaccì da fare spiritare i cani: glieli rabberciai un poco, e li stampo. r Part. p. Rnnnxncrsro.— Forse è corruzione di ravvenarc. Rahherciatòre-trice. verbal. da Rahberciare' Cbi o Che rabbercia. Rabhercia ùrn. s. f. L'atto e L'ef- fetto dei rabberciare: «Dopo questa rabberciatura il sonetto può stare. v Rabbia. s. f. Malattia propria dei cani, sebbene altri animali e l’nomo ancora vi siano soggetti, la quale ispira loro un sommo orrore a tutti i li uidi, e specialm. all'acqua, li ren e inquieti ed avidi di mordere tutti gli altri animali, in cui s‘incou- trano, cbe morsi anch'essi di simil malore s'infettano. e flnaim. in pochi giorni li uccide." fig. Eccesso d‘ira, Furore: c nn nomo che si lascia facilmente prendere dalla rabbia:- Dalla rabbia che mi divora non so che cosa fareinllfig. di cose: c La rabbia delle onde:-La rabbia dei venti. x H Far rabbia, dicesi di cosa o persona che muova gravemente a sdegno: c Fa rabbia con tutte quellc cerimonie:— Son cose che fanno rab- bia.» || Far le rabbie, Lo dicono le mamme dei loro bambini, uando fan- no atti di stizza." La rab 'a rimane tra' cani, dicesi proverbialm. quando la rissa è tra persone e almente tristi. Il Fra il canehero e rabbia ci corre poco. V. Germana-Dal lat. rabies.

Rabbinico. ad. Del rabbino, o Dei rabbiui: ITradizioni rabhiniche: — lsti- A tuto rabbinico: — Lin a rabbinica.»

Rabbinismo. s. m. Modo di studiare e trattare le tradizioni e le pratiche religiose nella credenza giudaica, quale i rabbini la tennero e la tengono.

Rabhlno. s. m. Dottore e maestro della legge ebraica.— Dall'ebr. rab- bin, l. di rabb.

Ra biollna. dim. di Rabbia: c È una bnona fanciulla; ma pero spesso ri- sponde con nna certa rabbiolina.»

Rabbiosàccio. pegg. di Rabbioso: «E un rabbiosaccio che non ci si puo parlare. p

Rabhionmente. ano. Con rabbia, Con stizza: c Lo getto via rabbiosa- mente: — Gli rispone rabbiosamente. 9

Rnhhioséttodimdi Rabbioso,detto specialmente di ragazzo: c nn poco rabbiosetto; ma si rimette subito. s

Rabbiòqo. ad. Che facilmente monta in ira: c E nn uomo rabbioso e sn- perbo. n Il Detto di atti e parole, Pieno di rabbia: u Le sue rabbiose parole furono aceolte con solenni flschiate. r -— Dal lat. rabiosua.

Rabbiuua.dim. di Rabbia, per Atto di stizza: «Qualche rabbinzza la fa anche egli.»

Rabboccnre. tr. Riempire fino alla bocca; e si dice specialmente dei fla— schi: c Que’flaschi sono scemi; biso- gna cbe tu li rabbòcchi. D Il Rabboc- care Ia carbonaia, Gettarvi dentro de'pezzi da catasta per nutrire il fuo- co. Pari. p. Rannoccn'ro.

Rabboccatùra. a. f. L'atto e L‘ef- fetto del rabboccare.