Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/286

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CARBONÈLLA. — 230 — CARDINALÉSCO. eeso da una parte sola. ;1 Corion di fuoco, o Bolain. Carbone, il Caunellq acceso tutto, li A misura o A peso, di carbone, usato in modo aw., e vale So- vrabbondantemente, Anche più del dovere, Senza badare al quanto, il Col verbi Pagare, Castigare o simili, vale Render la pariglia. Ricattarsi con van- taggio: « Me la fece gro».^a, ma lo pa- gai a misura dì carbone. >i, Di una cosa che sia fuor dell'ordine comune, o che ci 8ia straordinariamente propi- zia si dice che è da legnarti col car- bon bianco: < Quando ne farà una bene, bisogna segnarla col carbon bianco: - Questa la t'è ita bene; ma segnala col carbon bianco. > Il Etiere come il carbone, che tinge o icolta, di- cesi provcrbialm. di persona, che o per un verso o per un altro, nuoce od è molesta altrui. || Nero come il carbone, sì dice del viso o delle mani molto sudice. I|£ sì dice anche di persona che all'aspetto mostra di es- sere crucciata: «Oggi il superiore era nero come il carbone: che diavol avesse? » il Corion fouile. Minerale nero, prodotto dalla decomposizione di materie organiche, il quale ha la proprietà d'infiammarsi e produrre intenso calore. — Dal lat. carbo. Carbonèlla. ». f. Carbone assai tri- to; ed ancliv Brace spenta, molto più grossa della comune. Carbonétto. >. m. Corallo di nn rosso molto cupo e assai stimato: « Un vezzo di carbonétto, Buccole di carbonotto. » Carbònico, ad. T. chim. Di carbo- nio, Prodotto per la combinazione del carbonio. || Acido carbonico, Qnel gas senza colore e quasi senza odore^ di sapore un poco acre, che sciolto nell'acqua, le comunica un sapore pic- cante, come si sente in varie bibite gas-sose. Carbonièra, t. f. Catasta di legna accomodala per esser ridotta in car- bone ; ma ora si prende più che altro per la Stanza o Buca, dove si tiene il carbone. Carbonifero. ». m. Aggiunto di ter- reno. Che coutiene carbone minerale o fossile. Carbònio. *. nt. T. chim. Sostanza che si trova in istato di purezza sol- tanto nel diamante, ma che forma quasi interamente la sostanza del carbone ordinario, dove si trova unito con qualche sale minerale, che ri- mane nella cenere dopo la combu- stione del carbone. Il diamante e il carbone nero sono un solo e medesimo corpo in due stati diversi. Carbonizzare, tr. Ridurre una cosa come carbone, abbruciandola; e si dice di sostanze vegetabili e animali. Il rifi. Prender natura di carbone, Ri- dursi in carbone. Pari. p. Cakbo- NIZZATO. Carbonizzazióne, s. f. L'atto e L' efletto del carbonizzare, e del car- bonizzarsi. Carcame. ». m. Lo scheletro degli animali bruti, ed anche II corpo morto di essi già cominciato a putrefarsi. Carcassa, a. f. T. mar. Nave non ancora coperta dal fasciame, o sia che questo non vi sia stato ancora messo, o che se ne sia staccato per lungo uso. Il ^(/. Nave in cattivissimo stato; «Quel vaporino dell'Elba è proprio una carcassa. > li £ per simi- lit. dicesi a Donna oramai vecchia, sfatta e mal andata: «Dio mio! che carcassa è diventata la sora Cate- rina. » ;! Carcassa, chiamasi pure il Bu- sto di polli morti e pelati, a cui sia stata levata la polpa del petto e le interiora: < In mercato si vendono i petti di pollo da se; e le carcasse si vendono a minor prezzo.» — Dalbarb. lat. carcasinm. Carcerare. Ir. Mettere o Far met- tere in carcere, Incarcerare. Pari. p. Carcbkato. li In forza di »o»l. Chi è in carcere: «Visitare i carcerati i- opera di misericordia. > — Dal lat. carcerare. Carceràrio, ad. Delle carceri. Che risguarda le carceri: «Ordinamento carcerario; Regolamenti carcerar).» Carcerazióne. «. f. Il carcerare, e L'esser carcerato: « Fu decretata la carcerazione del querelato: - Dopo la sua carcerazione, non s'è più fatto vedere. » Carcere. «. e. nel singolare, ma nel plurale di g. f.. Luogo dove, per sen- tenza di giudice per ordine di altro magistrato, si chiudo un reo a scon- tare la pena, o ad esservi custodito un accusato durante il processo: «A far quelle birbate c'è da ire in car- cere: - Carceri segrete: - Hanno sfon- dato le carceri, e i carcerati sono stati liberati. » | Carcere duro. Quello dove la disciplina è strettissima, e i rigori grandi, i! fig. Luogo dove al- tri sta contro voglia e a- disagio, e dove è pur costretto di stare: « Quella stanza dell'uffizio è per me una vera carcere: -Il collegio per i giovani svo- gliati 6 ana carcere. » 1, La pena del carcere: «Fu condannato alla car- cere ; Sofferse la carcere per un anno ; Gli fu computato il carcere sofferto. » Il Carcere preventivo, La carcerazione di un arrestato prima della sentenza. — Dal lat. career. Carcerière. ». m. Colui che ha in custodia le carceri e i carcerati. Carcinòma. ». m. T. me.d. Cancro per lo più ulccro80.il T. agr. Specie di tumore o escrescenza che viene alle piante, specialm. nei luoghi umi- di, e dal quale scorre un umore acre e corrosivo. — Dal gr. xapxiviojia, lat. carcinoma. Carciofàia. ». f. Campo, o spazio di terreno dove son piantati i carciofi; ed anche Tutte insieme le piante dei carciofi in un campo. Carciofàio. ». m. Chi va attorno vendendo carciofi. Carciofétto.iiiT?». e eesz. di Carciofo: «Un (Mri'iofctto .iguzza l'appetito.» Carciofino. (Ji7n. di Carciofo; Car- ciofo piccolo e tenero: «Stracotto contornato dì carciofini. » Carciófo. ». m. Grossa pianta er- bacea con grandi foglie a punte, che fa certi frutti come bocce in forma di pina, composte di tante foglie a squame, chiamati pur Carciofi, che son buoni a m.ingiarsi cosi crudi come cotti.Lapiantadicesi più spesso Pianta di carciofo: « Carciofi fritti. Carciofi ripieni: - Carciofi nostrali, forestieri. » il Per dispregio si dice ad Uomo stolido e dappoco: «Tu se' un gran carciofo, un vero car- ciofo. » i| Carciofo saìvatico, Specie di pianta poco dissimile dal carciofo do- mestico, i cui fiori servono come pre- same del latte per farne cacio; onde il cacio cosi rappreso dicesi Cacio /lore. — Dall'arab. kharsciof. Cardare, tr. Cavar fuori il pelo a'panni col cardo. Il fig Cardare uno, Dirne molto male, Sparlarne. ParL p. Cardato. Cardata. ». f. Quella quantità di lana, che è lavorata volta per rolla nei cardi; e si dice che la cardata rie/ce li»cia e pulita o gragnulota, se- condo che è venuta bene o mcn che bene. !1 L'azione del cardare, nella maniera Dare una cardata: « Da- tegli una cardata a codesto panno. » Cardatóre. «. m. Chi fa l'arte di cardare la lana, che si dice anche Scardassìere. Cardatura. ». f. Il cardare panno, e II modo col quale è stato carda- to: «La cardatura bisogna farla con avvertenza: - Bella o brutta carda- tura. » Cardellino. ». m. Uccello canore, che ha il capo rosso, le ali nere li- state di giallo, la gola e il petto bian- co, lo stesso che Calderino. — Dal lat. cardueli». Cardènia. V. Gardènia. Càrdia. ». m. T. anat. L' apertura superiore dello stomaco, dove im- bocca l'esofago. — Dal gr. xapSfa. Cardiaco, ad. Del cuore: «Mali cardiaci. Moti cardiaci. > l| In forza di sost. Chi k malato di cuore. — Dal gr. xaoi'.ay.i;, lat. cardiacu». Cardialgia. ». f. T. med. Dolore forte e molesto al cardia: « Dopo de- sinare ha delle forti cardialgie. > — Dal gr. xapliaXfia. Cardinalato. ». m. Dignità ed aiB- cio di cardinale: < Era un fratonzolo, ed ora è elevato al cardinalato: -Il cardinalato è peso grave a questi giorni. » il II tempo che uno è cardi- nale: «Nel suo cardinalato ha ve- duto morire cinque papi. » Cardinale, s m. Nome di suprema dignità nella Chiesa romana, della quale ciascuno di coloro che l'hanno si chiama anche Principe della Chie- sa. Essi sono settanta tra vescori, preti e diaconi; assistono il papa, e hanno voce attiva e passiva nel con- clave. Il A'appe di cardinale, Pianta che fa un fiore simile alle nappe rosse de' cappelli cardinalizj. !| Cardinale, Specie di grosso uccello, detto cosi dall'essere tutto rosso, come l'abito cardinalizio, il T. arch. Pietra qua- drangolare che sì pone a' lati delle porte, e regge l'architrave; più co- munem. Stipile: ma ora si usa Mio per Grossi mattoni, sui quali d ap- poggia il cielo del forno. Cardinale, ad. Che e come ear- dine, e fondamento, e princìpio, o punto di partenza; onde Virtù car- dinali chiamano i Teologi la GHn- stizia, la Prudenza, la Temperanza e la Fortezza, perché sono principio e fondamento di tutte le altre. || E cosi chiamansi Verità, Principi car- dinali, quelli che sono base e fonda- mento degli altri. || Numeri cardinali, dicono i Grammatici ì nomi dei nu- meri semplici considerati ciascuno per sé, come Uno, Due, Tre, ec, a differenza degli Ordinali che sono Primo, Secondo, Terzo, ecUPiinti cardinali son detti i Quattro punti principali dell'orizzonte, opposti due a due diametralmente, cioè II le- vante, il ponente, il mezzogiorno ed il settentrione, il E Venti cardinali quelli che spirano da essi quattro punti. — Dal lat. cardinali». Cardinalésco, ad. Di o Da cardi- nale; ma con senso alquanto dispre- giativo.