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D. — 373 — DACCANTO.


D.


D. Quarta lettera dell’ alfabeto, e terza delle consonanti. Pronunzìasi Di, e si fa comunem. di gen. ma- schile: «Un D grande, un d picco- lo.» II Si aggiunge spcsso alle parti- celle A, E, 0, per evitare l'iato che nascercbbe da incontro di vocali.“ Si nsa il D nelle seguenti abbrevia- tnre: D. I). D. nelle iscrizioni vale Dà, Dona, Dedica; N. D. Nostra Don- na. Fra i numeri romani D è il segno del 500; e se ha una lineetta sopra di se, vale 5000.

Da. prep. che serve ad accennare ciò che pei Latini fu ablativo, e per gli antichi nostri Grammatici sesto caso. In questa qualità di preposi- zione s‘immedesima con l'articolo e se ne fa Dal, Dallo, Dalla, Dagli, Dai o Da' e Dalle. Questa preposi- zione è come il pemio di varie lo- cuzioni, e serve a indicare moltissi- me relazioni, di cnl noterò le più comuni nell’uso-Da nel suo più general significato indica il termine di movimento da nn luogo, da nna persona,o da una cosa: c Partire dal- la patria, Ritornare dalla scuola, Uscire dalla città, Fuggire dai geni- tori. » II Separazione, Allontanamen- to: c Separare una cosa da un’altra: — Allontanare dai pericoli; Guardare, Preservare, dall'errore. r Il L'origine, La procedcnza, e simili: c Ogni bene ò da Dio: — Il fiume nasce dalla sor- gente, l‘albcro dalla radice: — Disccn- de da nobile famigliaz-Dall'ingrati- tudine nascono spesso odj feroci:- llo ottenuto la grazia dcl Re: — Ho ricevuto da lni molti benefizj. r II Il principio o Il cominciamento, riferito (‘051 a. spazio come a tempo: c L'Ita- lia incomincia dall'Isonzo e dal Varo: - Le istorie di Livio cominciano dalle origini romane: - L’ Egira maometta- na incomincia dal 623 di C. r II Il luo- go in cni nno è nato, o si è reso in qualsivoglia modo famoso: c Fra Bar- tolommeo da San Concordio:— San- t'Antonio da Padova: -Simon greco da Troia. r II La causa o il motivo, ed equivale a Per: c Dante dal troppo studiare era divenuto qnasi cieco:- Tremare dal freddo, Scoppiare dal caldo: — Dall’ira che mi rode non so qnel che farci. r I| L'agente, coi verbi passivi: c L‘universo t'u creato da Dio:— La virtù e lodata da tutti, se- Énita da pochi: — Abele t'n ucciso da Caino.» Illl mezzo o Il modo o La materia: c Non c’è nulla da mangia- re: — l-lo da servirla bene:- Gli ho dato da lavorare: — Gli ho trovato da occuparsi. n i: La distanza: c A cinque miglia da Roma: - Ci son quattro passi dalla villa. r |I La parte o ll lato di nna cosa, o verso cui una cosa è situata: «Prendila dal manico; So- sticnla dalla tua parte: — Lo prese da un braccio:-Da oriente, Da occi- dente. r II Con alcuni adicttivi signi- ficanti qualche difetto della persona, serve a determinare la parte. ove essa persona ò difettosa: c Sordo da un orecchio; Cieco da un occhio; Zop- po da nn iede; Gobbo da nna spal- la, ec. r II Ja serve anche a denotare il termine mcdio dcl moto, ed equivale a Per: c Passò da Firenze; Pre- se da Roma. rIIEd anche l' ultimo termine, ed equivale ad A,- ma si adopera solo coi vcrbi Andare, Cor- rere, Venire, Essere in senso di An- dare o Venire, e riferito sempre a. persona' ina ò dcl linguaggio fami- liare: «Vieni stasera da mez-Sono andato dal Ministro: — Ci sci stato dal signor Priore? rIIAccenna anche il termine della quiete; ma nsasi l'ami- liarm. solo nelle locuzioni seguenti: Essere da uno, Essere in casa di lui per poco tempo; Stare da uno, Abitare con esso, oppnrc Servire in casa sna, o Stare nclla sna bottega, negozio, ec. ; Aspettare da uno, Aspet- tare in sua casa o bottega: «Aspet- tami da Vitali:— Ti aspetto dal Pag- gi. r |I Indica anche prossimità di luo- go, e vale Presso, In vicinanza: c Aspettami ll dal Duomo: — Abita da Santa Maria Maggiore. rII Prossimità di numero, Quantità, ec., e vale In- circa: «Saranno da duemila perso- ne: - Raccoglie da cento sacca di grano:-Ci vorranno da venti brac- cia di panno. r I| Da indica anche l'at- titudine, l'idoneità: ,c E nomo da qua- lunque mestiei'e:-E da bosco e da riviera: - E un cavallo da sella: — So- no bestie da frutto. r |I L'uso, La de- stinazione, e sim.: c Tela da camicie: — Fazzolctti da naso: — Bullettc da impannata: — Armadio da biancheria: — Istrumenti da ciò: — Roba da stra- pazzo. » II L'utlicio, La vece, e simili, comunem. col verbo Fare: «Fa da sindaco, da capitano: — La mia donna di servizio fa da cnoca e da came- riera:— La seggiola faceva da tavo- lino. r II Nelle locuzioni Uomo da ga- lera, da remo, da frustate, e simili, vale Degno della galcra, del remo, ec. l| In proposizioni comparative ellitti- che eqnivale a. Come o A quel modo che si conviene a, che è proprio di, e sim.: c Vive da re: - Opera da ga- Iantuomo:-Voglie da imperatori, e borsa da cappuccini: - Bastonate da ciechi: - Tempo da ladri: — Miglia da lupi. n Il E riferita alla foggia del ve- stire: c Veste da prete, a secolare, da soldato: - Abito da arlecchino. r II Vesti da estate, da inverno, da mezza stagione, da campagna, ec., valeQuali si sogliono portare nell'estate, nel- l‘inverno, ec. II Il seguo, a cui una cosa o una persona si distingue, si riconosce o col quale s’indica: c Quel- lo dalla giubba strappata: — Uomo dal labbro leporino: — Quel palazzo dalle persiane tnrcliine. r II Costruita coi pronomi Me, Te, Se, Lor0,ec. forma una locuzione deuotante Mancanza di compagnia, d'aiuto, di consiglio, e simili; c denota anche spontaneità: «L‘ho fatto da me:-Ha eenato da se solo: — Non me lo ha suggerito nes- suno; ma l'ho pensato da me. » II Ta- lora vi si frappone la particella Per, come Da per me, Da per sè, Da per loro, cc. II Costruita col verbo Essere e con un infinito dipcndcnte, indica convenienza, opportunità, dovere ec.: c La virtù ò da pregiarsi più che le ricchezze: — Non mi par tempo da far ciò: — Non son cose da dirsi alla presenza di giovinetti: - Qnesto non è un libro da leggere. r lIE nello stesso costrutto indica anche attitudine, ido- neità, potenza, capacità, cosi in bene come in male: c Non e uomo da reg- gere a. questa faticaz-E nna beneetta donna da far perdere la pa- zienza anche a. nn santo: — E tomo da farti questo e altro.:I|E pure co- struita col verbo Essere e con un in- finito dipendente, dà alla locuzione un senso di futuro: «Nulla è ancora. fatto, e tutto e da fare:— E nna sta- gionaccia da durare Dio sa quanto. s ll Ed anche eol verbo Avere: c An- cora ha da nascerc chi dica bene di lui. » Il In locuzione familiare Da fa- re, dicesi'per Occupazione, Lav0ro, e simili: «E andato a Roma, ma non ha trovato da fare:— Se non hai da fare, vieni stasera da_ me.»IlIndica. anche Possibilità: c E nna casa da. starci bene: — C' è da scommettere che la cosa andcrà malc.»II E in forza di sost. Il da fare: c Il da fare a qne- sti giorni non manca. r II Da premet- tesi a molti sostantivi o avverbj, e compone molti modi avverbiali come: Da parte, Da lato, Da canlo, Da presso, Da vicino, Da lontano, Da basso, D'atlorno, ec.; in alcuni dei quali 1‘ nso oggi più comnne lo nni- sce al sostantivo o avverbio, facen- done tutt‘ una parola, come Daccan- to, Dappreeso, Dattorno. .I Preposta. ad alcuni avverbj come Più, Meno, Poco, forma un, modo che ha fo za di adiettivo: c E da più di lui:- er non esser da. meno degli altri: _ nn uomo da poco (e più comunem. tut- t'nna parola) Dappoco.-l| In corri- spondenza di Tanto, e seguita da un infinito, vale lo stesso che il Che se- guito dal congiuntivo: cProvvedi un po' di grano, tanto da potcre arri- vare a raccolta: - Gliel'ho corretto il componimento cosi alla meglio. tanto da non potere sfigurare a nna let- tura. r || 'I- Usi scorretti di questa par- ticella:— 0arta da bollo, invece di Carta con bollo o bollata,- Messa da requiem, invece di Mena di requiem. E poi modo vizioso lo scrivere certe preposizioni ed avverbj composti con Da e nn nome, non disgiunti nei loro due elementi, ne tutti uniti; ma col D’ apostrofato, eguale a Di e non Da, e la voce ineominciante con un a, come D'abbasao, D'accanto, D'alla- to, D’appresao, cc. Scrivasi dunque o Dabbaaso, Duecento, Dallato. Dapresso, oppure Da basso, Da canto, 53a lato, Da presso.— Dal barb. lat. da per de.

Dabbenàggine. e. f. Semplicità di mente, per la quale altri resta facil- mente colto agl' inganni: c nn uomo d‘una dabbenaggiue proverbiale.»

Dabbène. ad. indecl. Buono, Probo, Onesto: c E un nomo dabbene: — La gente dabbene aborre da simili furl‘anterie. r II Dabben uomo, posto cosl innanzi, suole nsarsi per Min- chione: «Tu se' un gran dabben no- mo: non lo vcdi che ti canzonano? r

Daccanto. prep. Presso, Allato, Accanto.