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Pagina:Vuoto (1876).djvu/9

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do, aveva quel giorno prolungato il suo cammino sino al Capo di Posillipo; era disceso per le rampe dei Bagnoli; avea toccato il poligono di Piazza d’armi; quindi incalzato dall’ora tarda s’era affrettato a risalire per la stessa strada, ed ora lo vediamo camminare con passo celerissimo, poco distante da quel sito, dov’è il palazzo volgarmente detto della Regina Giovanna. Come vedete dunque, egli ha buone gambe.

Egli sembrava non fare più attenzione all’incantevole panorama che si stendeva innanzi a’suoi occhi: camminava, camminava senza nemmeno fermarsi un momento, snza mai perdere la lena; si vedeva chiaramente che non aveva altro scopo che quello di giungere, e di giungere presto.

Ma intanto l’aria si faceva più buja; la luna mostrava in tutto il suo splendore quella sua faccetta da eticuzza sorridente: doveva essere proprio tardi.

— Scusi, signore, mi sa dire che ora faccia il suo orologio? Il mio non va bene.

L’interrogato volse uno sguardo sospettoso al nostro giovine; quindi, abbottonandosi il lungo soprabito, si fece un po’ più su la sinistra.

— La ringrazio della sua gentilezza!... — La prima idea è sempre il sospetto... ma che ora sarà? Come diamine m’è saltato il ticchio d’andarmi a rom-