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ai giovani. La vita casalinga e la semplicità dei costumi ebraici, permettevano un’abbigliamento confidenziale come quello in cui ora appariva. Una camicetta, che era abbottonata sullla spalla destra e passava sotto il braccio sinistro, celava a mezzo il busto, mentre lasciava nude le braccia. Una cintura raccoglieva le pieghe della veste, indicando il principio della sottana. L’acconciatura del capo era semplice e graziosa: un berretto di seta di Tiro, e, sopra ad esso un velo, della medesima stoffa, multicolore, stupendamente ricamato e disposto in tenui pieghe così da porre in rilievo la forma del capo, senza renderla goffa; il tutto terminato da un fiocco pendente dalla cima del berretto. Portava anelli alle dita e alle orecchie, braccialetti d’oro ai polsi e alle caviglie; e, intorno al suo collo, pendeva una collana d’oro con una rete curiosa di catenelle da cui pendevano ciondoli di perle. Gli orli delle ciglia erano dipinte come pure le estremità delle dita. I capelli cadevano in lunghe treccie sopra le spalle, mentre due riccioli scendevano su ciascuna gota a coprire le orecchie. In complesso, una creatura di sorprendente grazia, eleganza e bellezza.

— «Gentilissima, mia Tirzah» — disse Giuda guardandola.

— «Chi è gentile? La canzone?» — chiese quella.

— «Sì, e anche la cantatrice. Il concetto è greco. Dove l’hai imparata?

— «Ti ricordi quel Greco che cantò in teatro il mese scorso? Dicevano che era stato cantante alla corte di Erode e di sua sorella Salomè. Sai, venne proprio dopo i lottatori, e il teatro risuonava di clamori. Alla prima nota si fece un così profondo silenzio, che potei udire ogni parola. Ecco come ho potuto imparare la canzone.» —

— «Ma egli cantava in greco.» —

— «Ed io la canto in ebraico.» —

— «Oh! oh! Io sono orgoglioso della mia sorellina. Ne sai delle altre?» —

— «Molte, ma adesso non ce ne occupiamo. Amrah mi manda a te per dirti che ti porterà la colazione e che non è necessario che tu discenda. Deve essere qui a momenti. Essa ti crede ammalato, dice che una terribile disgrazia ti è capitata ieri. Che cos’è stato? Dimmelo, ed io aiuterò Amrah a curarti. Essa conosce tutti i farmaci degli Egizi, che furono sempre degli stupidi; ma io ho molte ricette degli Arabi, i quali....» —