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Poi l’ufficiale che cavalcava da solo in testa alla colonna. Aveva un’armatura che lo rivestiva tutto ed aveva solo il capo scoperto. Al fianco destro gli pendeva una corta spada, mentre, in mano, teneva un bastone di comando, che sembrava un rotolo di carta bianca. Invece di seder sulla sella sedeva su un pezzo di stoffa purpurea, la quale, insieme ai finimenti terminanti con un morso dorato e le redini di seta gialla con fiocchi, completava la bardatura del cavallo.

Già, da lontano. Giuda potè osservare che la presenza di quest’uomo metteva un grande fermento negli spettatori. Si chinavano sopra i parapetti o si rizzavano in piedi audacemente, tendendo i pugni contro di lui; lo eseguivano con urla e strida; gli sputavano sopra dai ponti e dalle finestre; le donne gli lanciavano addosso fino i loro sandali, talora colpendolo. Quando si avvicinò le grida si fecero distinte: — «Ladro, tiranno, cane di un Romano! Abbasso Ismaele! Rendici il nostro Hannas!» —

Giuda osservò che, come era naturale, l’uomo così apostrofato, non condivideva l’indifferenza superbamente affettata dai soldati; il suo volto era oscuro e imbronciato, e gli sguardi che lanciava tratto tratto ai suoi persecutori erano pieni di minaccia. I più timidi si ritraevano spaventati.

Il giovane conosceva la costumanza iniziata dal primo Cesare, secondo la quale i generali supremi, per indicare il loro rango, ornavano il capo di un solo ramo d’alloro. Da ciò riconobbe l’ufficiale: Valerio Grato, il Nuovo Procuratore della Giudea!

A dire il vero, il Romano, procedente sotto questo infuriare collerico non provocato, godeva la simpatia del giovane Ebreo; così, quando egli voltò l’angolo della casa, Giuda protese il suo corpo ancora di più sopra il parapetto per vederlo passare, e, in quell’atto, appoggiò una mano sopra una tegola da lungo tempo spaccata. Sotto il peso del suo corpo, il pezzo esterno si distaccò e cadde. Un brivido di terrore pervase il giovane. Cercò di afferrare la tegola. In apparenza l’atto aveva l’aria di chi gettasse qualche cosa. Lo sforzo fallì, anzi servì ad accrescere veemenza al coccio. Giuda ruppe in un grido altissimo. I soldati della guardia alzarono il capo. Lo stesso fece l’ufficiale, e, in quella, il coccio lo colpì, ed egli cadde, come morto, di sella.

La coorte si fermò; le guardie balzarono da cavallo, e si affrettarono a coprire il loro duce con gli scudi. D’altra