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treccie e gli davano un’aria originale. Assomigliava ai Faraoni o agli ultimi Tolomei: a Mizraim, padre della razza egiziana. Indossava il kamis, camicia di un tessuto di cotone bianco, scendente fino ai piedi, dalle maniche strette, aperta davanti, e ricamata sul collo e sul petto. Sopra questa portava un soprabito di lana marrone, chiamato aba, con sottana lunga, maniche corte, foderato intieramente di stoffa di seta e di cotone ed orlato tutt’all’ingiro da una lista giallo scura. I piedi erano calzati da sandali legati con striscie di pelle morbida. Una fusciacca gli attorniava la vita e formava il kamis.

Bisogna notare che il viaggiatore dimostrava un gran coraggio, giacchè s’arrischiava solo nella traversata del gran deserto, ch’è ritrovo di leoni, di leopardi e di uomini selvaggi. Non portava con sè alcun’arma, nemmeno il bastone adoperato per guidare i cammelli. Quindi si poteva dedurne la sua missione pacifica: o egli era straordinariamente audace o godeva di una straordinaria protezione.

Le membra del viaggiatore erano indolenzite per il lungo e faticoso cammino; si stropicciò le mani, battè i piedi per terra come per isgranchirli, passeggiò in su e in giù davanti al quadrupede fedele, che s’era sdraiato socchiudendo gli occhi, felice di quel po’ d’erba che aveva trovato. L’uomo, ogni tanto, si fermava, facendosi ombra col palmo della mano, e, scrutando in lontananza, il suo volto si rannuvolava come per un disinganno subìto, di guisa che chi lo avesse osservato avrebbe capito com’egli avesse atteso qualcuno e avrebbe nel medesimo tempo provato la curiosità di conoscere il motivo che aveva condotto un viaggiatore in un paese così poco civile. Sebbene ad osservarlo paresse il contrario pure non era da metter in dubbio ch’egli fosse certo dell’arrivo della persona attesa. Nel frattempo si diresse alla lettiga e, dalla cassa opposta a quella ch’egli medesimo aveva occupata, tolse una spugna, un piccolo recipiente d’acqua, e lavò gli occhi, le narici e il muso del cammello. Dalla stessa cassa tolse un panno rotondo, a righe bianche e rosse, un mucchio di bacchette ed un grosso bastone. Quest’ultimo era composto di diversi pezzi posti l’uno dentro l’altro, i quali, poi, uniti insieme, formavano un bastone più alto della sua persona. Dopo aver piantato il bastone in terra e averlo circondato di bacchette, lo coprì col panno, a guisa di tenda, e gli parve, lì sotto, di essere in una casa, molto più piccola, è vero, di quella degli Arabi, ma simile, sotto ogni aspetto,