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Ilderim a Ben Hur. — «Non avresti potuto trovare una migliore raccomandazione. Non sono io Arabo e sceicco della mia tribù? E non mi è un’ospite sacro, e la sua protezione non è mio dovere? Ciò che tu hai fatto per lui, hai fatto per me, e da me deve venire la ricompensa.» —

La sua voce s’era fatta acuta e stridula per l’emozione.

— «Perdonami, buon sceicco, ti prego. Io non cerco ricompensa di sorta. Il servizio ch’io resi a quest’uomo eccellente, avrei reso al tuo più umile schiavo.» —

— «Ma egli è mio amico e mio ospite, non mio servo; non disprezzar la fortuna.» — Poi volgendosi a Balthasar:

— «Ah, per lo splendore di Dio, ti ripeto: egli non è Romano.» —

Poi si allontanò per sorvegliare i domestici che avevano quasi terminati i preparativi della cena.

L’Egiziano fece un passo verso Ben Hur e gli parlò con la sua blanda voce infantile:

— «Come disse lo sceicco che io debbo chiamarti? Hai un nome Romano se non erro.» —

— «Arrio, figlio di Arrio.» —

— «Ma tu non sei Romano.» —

— «Tutta la mia famiglia fu Ebrea.» —

— «Fu, dici? Non sono essi in vita?» —

La domanda era indagatrice nella sua semplicità; ma Ilderim risparmiò a Ben Hur la risposta.

— «Venite» — disse — «la cena è pronta.» —

Ben Hur offrì il braccio a Balthasar, e lo condusse vicino al tavolo, intorno al quale i tre si sedettero, incrociando le gambe alla foggia orientale. I servitori portarono ciotole piene d’acqua, e quando tutti si furono lavate le mani, a un cenno dello sceicco si fece profondo silenzio, e la voce dell’Egiziano sorse tremula e solenne:

— «Padre di tutti, Dio! Ciò che possediamo è tuo; accetta i nostri ringraziamenti, e concedici la tua benedizione, affinchè possiamo continuare a fare la tua volontà.» —

Era la preghiera che il buon uomo aveva innalzata al cielo con Gaspare il Greco, e Melchiorre, l’Indiano, sotto la tenda del deserto. Le medesime parole dette contemporaneamente in tre lingue diverse avevano attestato il miracolo della presenza Divina.

La cena a cui ora rivolsero la loro attenzione era ricca di tutti i prelibati cibi d’Oriente: focaccie fresche uscite dal forno, legumi, carni semplici e pasticci, latte, miele e burro: tutto questo senza l’apparato moderno di piatti,