Pagina:Wallace - Ben Hur, 1900.djvu/331

Da Wikisource.

325

Queste sono le due mète, intorno alle quali gireranno i contendenti. I corridori entreranno sulla pista alla destra della mèta più vicina, e avranno il muro sempre alla loro sinistra. Principio e termine della gara hanno luogo di faccia alla tribuna Consolare, e per questa ragione quelli sono i posti più ricercati del Circo. Il limite esteriore della pista è segnato da un muro liscio, solido, dell’altezza di circa quindici piedi, terminato da una balaustrata come quella sopra i carceres. Se seguiamo la curva di questo balcone, la troveremo interrotta in tre punti, dove si aprono altrettante porte, due a nord, ed una ad ovest; quest’ultima adorna di magnifiche sculture e bassorilievi, è chiamata la Porta del Trionfo, perchè, a giuochi finiti, i vincitori passeranno sotto il suo arco, il capo coronato di lauro, e accompagnati da un corteo trionfale.

Immediatamente dietro alla balaustrata laterale ascendono in lunghe file parallele, e sovrapposte l’una all’altra, i banchi degli spettatori, offrendo uno spettacolo curioso ed imponente, quello di una smisurata massa di popolo, in vesti diverse e variopinte. Erano questi i posti popolari, non coperti da alcuna tenda, privilegio esclusivo della tribuna.

Avendo ora sott’occhio tutto il complesso del Circo, s’immagini il lettore il profondo silenzio tenuto dietro allo squillo delle trombe, doppiamente avvertibile dopo il vocìo e il frastuono che lo avevano preceduto, durante il quale gli sguardi della moltitudine erano concentrati tutti quanti sulla Porta Pompae.

Da questa procede un suono di voci e di strumenti, e subito appare il coro della processione con la quale s’apre lo spettacolo. Prima il prefetto e le autorità civiche, padrone della festa, in ampie vesti e con ghirlande sul capo; poi le immagini degli Dei, alcune su piattaforme portate sulle spalle da schiavi, altre su grandi carri, splendidamente addobbati; poi ancora i contendenti nei singoli giuochi, ciascuno nel suo costume caratteristico.

Attraversando lentamente l’Arena, la processione comincia a fare il giro del circuito. Lo spettacolo è magnifico, imponente. Come un’onda che s’ingrossa a mano a mano, la precede un coro di esclamazioni, esprimenti curiosità e ammirazione. Se i fantocci di carta rappresentanti gli Dei se ne stanno impassibili e silenziosi, il direttore dei giuochi e le autorità non si mostrono insensibili alla voce del plauso popolare. Sorridono e si inchinano a destra e a sinistra.