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Un momento dopo essi erano spariti, lasciando le due donne sole nell’oscurità.

Esse tenevano gli occhi fissi sulla porta la quale non si sarebbe mai più spalancata per loro, e si strinsero sempre più l’una all’altra. Avevano fatto il loro dovere, il loro amore era stato messo alla prova ed avevano vinto. Il giorno seguente furono trovate dalle guardie e cacciate dalla città a sassate.

— «Via di qua, voi siete morte pel mondo, via!» —

Con questa sentenza che risonava minacciosa alle loro orecchie, uscirono dalla città.


CAPITOLO V.


Al giorno d’oggi i viaggiatori in Terra Santa, che cercano il bellissimo Giardino Reale, discendono il letto del Cedron, o proseguono per la curva di Gihon fino ad arrivare alla vecchia fontana di En-rogel. Qui sostano, bevono un sorso dell’acqua freschissima e dolce, osservano le grandi pietre che circondano l’orlo del pozzo, chiedono la sua profondità, sorridono forse del modo primitivo di attinger l’acqua, e dopo aver dato qualche soldo al povero diavolo che presiede a quella funzione, si rivolgono indietro. E’ allora che il panorama di Gerusalemme appare più maestoso che mai ai loro sguardi.

Qui i monti di Moriah e di Sion, degradante in lene pendio verso l’antica città di Davide; là, sulla cima dei colli appaiono le rovine dei palazzi reali, il duomo elegante dell’Haram, i poderosi avanzi dell’Ippico, minaccioso ancora nelle sue rovine.

A destra è il Monte dell’Offesa, solitario e roccioso, a sinistra il Colle del Cattivo Consiglio, che le leggende rabbiniche e monastiche hanno circondato di una fama così misteriosa e terribile.

La sua base infatti, secondo la tradizione, copre l’entrata dell’inferno, il Gehenna della religione Ebraica. Sul fianco orientale fronteggiante la città si aprono caverne e sorgono innumerevoli tombe, che, al tempo di cui scriviamo, erano abitate dai lebbrosi, non singolarmente, ma formanti un’intera colonia.

Quello era il loro dominio, quivi avevano fondato una