Pagina:Wallace - Ben Hur, 1900.djvu/457

Da Wikisource.

451

Misera era la natura presso quella collina, nè alcun punto ridente si offriva allo sguardo onde rompere la monotonia all’occhio dello spettatore. Gli animali fuggivano quel luogo come se ne conoscessero la storia e l’uso cui era destinato; ogni verde pianticella vi periva nella sua prima età; il vento vi sradicava gli ischeletriti arbusti e soffiava spietatamente nell’erica inaridita. La desolazione generale veniva inoltre accentuata dai numerosi emblemi di mortalità, — sepolcri e null’altro che sepolcri, — tutti di fresco imbiancati per norma dei pellegrini; la stessa volta azzurra del cielo, pel penoso contrasto fra lo splendore lontano e la miseria colla quale la povera lebbrosa era in immediato contatto, rendeva più insopportabile quel soggiorno maledetto. Qual sollievo poteva arrecarle la luce del sole, che non fosse amareggiato dal pensiero che senza quella luce essa e sua figlia non sarebbero oggetti d’orrore a se stesse ed agli altri! E se mi chiedete perchè essa medesima non poneva fine a quel martirio, rispondo:

Perchè la legge lo proibiva!

Un Gentile potrà sorridere di questa risposta, ma non mai un figlio d’Israele.

Mentre l’infelice stava mestamente ripensando ai casi suoi, una donna comparve ansante e vacillante come oppressa da fatica.

La vedova balzò in piedi, si coprì rapidamente il capo e gridò con una voce di singolare asprezza: — «sono infetta, sono infetta!» —

L’istante appresso, senza menomamente badare all’avvertimento, Amrah si era precipitata ai suoi piedi. Tutto l’amore da tanti anni accumulatosi e compresso nel cuore di quella buona creatura proruppe d’un tratto; — con lagrime e protestazioni appassionate essa baciò e ribaciò le vesti della padrona, la quale si era dapprima provata a strapparsi da lei, ma, non riuscendovi, dovette attendere che l’agitazione della fedele ancella si fosse calmata.

— «Che hai mai fatto, Amrah?» — esclamò. — «È con tale disubbedienza che tu provi il tuo affetto per noi? Sciagurata! Tu sei perduta, e... il tuo padrone... tu non potrai mai più ritornare a lui!» —

Amrah, sempre ai piedi della vedova, singhiozzava nella polvere.

— «Il bando della legge ora colpisce anche te. Non puoi più ritornare a Gerusalemme. Che diverrà di noi? Chi ci darà pane? Oh, disgraziata, noi siamo perdute.» —