Pagina:Walpole - Il castello di Otranto, 1795.djvu/174

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il pretesto d’informarle delle accadutegli avventure, e così incominciò: “essendo io prigioniero degl’infedeli, sognai una notte che la mia figliuola, di cui non avevo inteso più novella dopo la mia schiavitù, era ditenuta prigioniera in un castello, e minacciata dei più spaventosi disastri, e parvemi udire una voce la qual mi diceva, che se mai ricuperavo la libertà, dovessi trasferirmi in una certa foresta presso Ioppa, dove sarei stato istruito del rimanente. Messo in apprensione da questo sogno, nè potendo andare a chiarirmi colà dov’erami stato indicato, vie più gravi che per l’innanzi mi divennero le catene. Mentre riandavo coll’animo varj mezzi, onde uscire dalla penosa servitù, ricevetti il fausto annunzio che i principi confederati, i quali guerreggiavano nella Palestina, avean pagato il mio riscatto, perlochè partii e m’incamminai subito verso quella foresta. Errai per tre intieri giorni colla gente del mio seguito, ma non potei in quella boscaglia abbattermi in veruna persona; se non

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