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Pagina:Walpole - Il castello di Otranto, 1795.djvu/180

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braccia, “cosa vedete mai? perchè affissate gli occhj in tal guisa?” “Come! Ippolita,” ripetè Manfredi, “voi non vedete nulla?... sarebbe mai quest’orrendo fantasma inviato a me solo?... a me che non ho”... “Per pietà calmatevi, consorte amato,” soggiunse Ippolita, “riprendete coraggio, ed acquietatevi; quì non ci sono altre persone eccetto noi, tutti amici vostri”... “Come! e quello non è Alfonso?” esclamò di nuovo Manfredi, “non lo vedete?... sarebbe mai un puro delirio della mia immaginazione!” “Questo!” disse Ippolita; “questo è Teodoro, quel giovine infelice a voi ben noto.” “Teodoro!” replicò Manfredi angoscioso, battendosi colla palma la fronte; “ma sia pur Teodoro od un fantasma, egli ha perturbato il mio spirito... e come mai è quì venuto!... come si ritrova egli armato!” “Credo che sia andato a cercar Isabella,” soggiunse la principessa. “Isabella?” ripetè Manfredi, infiammato di rabbia; “ora mi risovvengo... ora ca-