Pagina:Walpole - Il castello di Otranto, 1795.djvu/199

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non dubito della virtù vostra... ah, Matilda, vedo che questo colpo è per te troppo grave a soffrire!... non piangere, figlia mia, non far lagnanze... te ne scongiuro, anzi te lo comando... sovvengati ch’egli è tuo padre”... “Ma voi pure siete mia madre,” rispose con veemenza Matilda; “voi siete dotata d’ogni virtù, e indegna d’un simile trattamento... e non dovrò io... non dovrò io dunque lagnarmi?” “No, nol dovete,” soggiunse Ippolita; “consolatevi, tutto andrà bene, se piace a Dio. Manfredi nell’eccesso dell’amarezza per la morte del vostro fratello, non poteva riflettere a quel che diceva; e forse anche Isabella, allora sopraffatta, nol capì bene... ah! cara figliuola mia, tu non sai tutto!.. credi a me... un destino già maturo pesa sul nostro capo, e la mano della Provvidenza sta aggravata sopra noi tutti... sarò in parte contenta, se potrò salvare almen te dai minacciati danni... ah sì! l’unico sacrifizio di me sola basterà forse per tutti... son risoluta...