Pagina:Walpole - Il castello di Otranto, 1795.djvu/204

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braccia, replicò: “le colpe della mia figlia non possono esser gravi... so quanto è buona, tenera, ed obbediente... sì, io ti perdono, virtuosa fanciulla, unica speranza mia.” Poscia Matilda narrò alla principessa la loro scambievole inclinazione per Teodoro, e l’intenzìon d’Isabella di volerlene cedere generosamente il possesso. Biasimolle Ippolita per tale imprudenza, e fece conoscere alle medesime l’improbabilità che potessero i padri loro accettare per erede un giovine totalmente sprovvisto di beni di fortuna, quantunque nato d’illustre sangue: peraltro confortossi nell’intendere che le medesime nutrivano in cuore un affetto non inveterato, di cui avea Teodoro avuto soltanto un leggero indizio, e per fine ordinò ad amendue di evitare ogni ulteriore familiarità con esso lui. Matilda dal canto suo promesse con salda determinazione di eseguire il comando materno; ma Isabella, dandosi a credere che l’amica meditasse unicamente di facilitare la di lei unione con Teodoro, nulla rispose,