Pagina:Walpole - Il castello di Otranto, 1795.djvu/231

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tuto molte volte che la famosa profezia si deve avverare uno di questi giorni.” “Bianca, tu sogni,” dissele il prencipe, “va’, va’ a spaventare gli sciocchi tuoi pari con queste follie.” “Come! come!” gridò essa, “Vostr’Altezza mi piglia forse per una pazza? Crede che io non abbia visto nulla? vada, vada pur Vostr’Altezza appiè dello scalone... sì, ne son certa... ce l’ho veduto io”... “Che cosa?” domandò Federigo, “diteci, bella ragazza, che avete veduto?” “E come potete mai, signor marchese,” soggiunse Manfredi, “ascoltare i delirj di costei!” essa ha udite tante novelle di sogni e di apparizioni, che, avendo un debolissimo spirito, finalmente le crede.” “Questa non pare, a dir vero, una fantastica idea,” continovò il marchese, “poichè il suo terrore è troppo naturale, e troppo fortemente impresso nel volto, da crederlo un effetto di pura immaginata apprensione; su via, amabile giovinetta, raccontateci in qual maniera vi siete cotanto turbata in volto.” “Oh, sì