Pagina:Walpole - Il castello di Otranto, 1795.djvu/248

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sistevano a soccorrere e confortare il genitore. Giunta era frattanto la trista novella al P. Girolamo, il quale accorse, e con isdegnose occhiate rimproverò prima il figlio; indi, rivolgendosi a Manfredi, così gli disse: “Tiranno! osserva il compimento delle sventure che sovrastavano all’empio tuo capo! Il sangue di Alfonso chiamava la vendetta del cielo; ed il cielo ha permesso che il suo sepolcro fosse contaminato da un omicidio, col quale tu stesso lavassi l’antica macchia col sangue della tua figlia!”... “Deh, non siate così crudele!” esclamò Matilda; “non aggravate con tai rimproveri le miserie di un padre!... voglia il cielo benedirlo e perdonargli, come fo io! Ah signore!... ah mio dilettissimo padre! volete voi perdonarmi il fallo mio? vi giuro che non son venuta quì a fine di parlare a Teodoro: io l’ho quivi ritrovato in orazione, dove la cara madre mia aveami mandata a pregar per voi e per lei.” “E tu mi domandi ch’io ti perdoni?” gridò Manfredi; “io perdonare