Pagina:Walpole - Il castello di Otranto, 1795.djvu/262

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chè vi rimanesse alcuno della sua linea masculina il qual ne potesse godere: oimè!... oimè! io solo resto in vita della nostra schiatta infelice!... non ho altro a dire; i portenti e le sventure degli scorsi giorni spiegano il rimanente abbastanza. In qual maniera poi questo giovane possa essere il vero erede di Alfonso, io non lo so... pure, non ne dubito: questi sono i suoi stati; a lui volentieri gli rinunzio... d’altronde, non era a me noto che ci fosse un prossimo erede di Alfonso, il quale aver potesse una pretensione immediata ed incontestabile sul principato... io non iscrutino, nè mi oppongo alla volontà del cielo... l’umiliazione e le preghiere devon soltanto impiegare il miserabile avanzo della trista mia vita, sin che io non sia citato avanti a quel supremo tribunale, dove Don Riccardo ha già reso conto delle sue azioni.”


“Ciò che rimane a svelare appartiene a me il farlo noto,” disse il P. Girolamo: “sap-